Proposta di voto n.1 – Azioni a favore del popolo curdo
Ill.mo Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE
Trento, 14 ottobre 2019
Proposta di voto n. 1 Solidarietà al popolo curdo
"Non abbiamo amici, se non le montagne”. Forse mai come in questo momento, quest’antico proverbio curdo descrive la realtà di quel grande popolo senza Stato. L’offensiva lanciata dalla Turchia nel nord della Siria, dopo che l’amministrazione Trump ha deciso improvvisamente e unilateralmente di ritirare le sue truppe, è un tragico aggravamento della guerra che da dieci anni sconvolge quel martoriato Paese: una guerra che ha già provocato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. L’offensiva turca è tanto più grave e ingiustificata, in quanto ha come vittima un popolo che ha avuto un ruolo determinante nella lotta vittoriosa contro l’Isis, il suo disegno fondamentalista, la sua visione oscurantista e i suoi barbari e feroci metodi di lotta terroristica e militare. Dopo essere stati più
volte ingannati e sacrificati sull’altare degli interessi internazionali e dopo aver subito più di una “pulizia etnica” ad opera di quasi tutti i governi dei paesi dove la comunità curda è
sparsa nel medio oriente, quest’ennesimo tradimento rischia di rivelarsi come l’inizio della fine del popolo curdo e delle sue aspirazioni di libertà e autonomia.
Da anni nel nord della Siria le milizie curde YPG e YPJ, rispettivamente formate da combattenti uomini e combattenti donne, lottano con un alto tributo di sangue per fermare le forze dell'Isis e hanno fornito un contributo determinante contro l’avanzata dell’ISIS, in favore di tutta la comunità internazionale. Mentre esercitavano questo importantissimo ruolo di argine all'avanzata del Califfato, negli anni hanno dovuto subire gravi attacchi dallo stato turco che non vuol riconoscere alcuna identità al popolo curdo e cerca da sempre di limitarne libertà, autonomia e rappresentanza politica. Il recente disimpegno militare unilaterale da parte dell'amministrazione americana ha fatto ripiombare la zona in uno stato di estrema instabilità, con la Turchia che subito ha approfittato per ricominciare nella sua
opera di persecuzione e bombardamento del popolo curdo residente nel Rojava e nelle zone limitrofe di confine nel nord della Siria.
In alcune regioni del nord della Siria, in particolare nel territorio di Rojava, la popolazione, a prevalenza curda, ma in realtà multietnica e multireligiosa, ha creato per tutelarsi autorità
autonome ed elettive, le Regioni Autonome Democratiche di Jazira/Cizire, Afrin/Efrin e Kobane. Tali entità politico-istituzionali si basano su valori e principi democratici e il rispetto delle differenze culturali e di genere come enunciato nella Carta del Contratto Sociale del Rojava, quasi una costituzione, adottata dalle amministrazioni delle Regioni Autonome Democratiche nel 2014. La Carta presenta un modello di organizzazione politica e sociale basato sulla convivenza pacifica fra i diversi strati della società, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il pluralismo e la partecipazione democratica, il principio di uguaglianza, e la separazione tra Stato e religione. La Carta stabilisce il principio dell’autogoverno locale e del plurilinguismo, il diritto di ognuno a manifestare la propria identità etnica, religiosa, di genere, linguistica e culturale e quello di tutte le comunità a ricevere l’istruzione nella propria lingua madre, e un sistema d’istruzione basato sui valori della riconciliazione, della dignità, e del pluralismo. Nella Carta viene inoltre sancita la parità di genere perseguita con meccanismi per garantire la partecipazione politica a entrambi i sessi tramite un sistema di quote, ricono- scendo l’importanza del ruolo della donna all’interno della società.
Un anno fa, la cooperazione trentina ha contribuito alla costruzione di una scuola nella zona siriana di Kobane liberata dall’Isis. La scuola si trova ad un chilometro dal confine
con la Turchia. Non si sono al momento registrate vittime tra i bambini e i civili in generale, ma la popolazione ha cominciato a fuggire, perché teme l’avvicinarsi delle truppe turche e
le vendette dell’Isis. Da un paio di giorni manca l’energia elettrica e a seguito del ritiro degli americani sono cominciati i primi raid aerei nelle vicinanze. Senza il supporto delle truppe
Usa, si sta determinando uno squilibrio di forze che prelude ad un probabile massacro.
Il popolo curdo, in questa drammatica fase storica, non può essere abbandonato dalla comunità internazionale, perché è sottoposto al rischio di un vero e proprio genocidio.
L’offensiva militare della Turchia – Paese membro della NATO e del Consiglio d’Europa - viola il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario, e non può quindi essere
taciuto, né tanto meno accettato.
Alla popolazione di quelle terre, ai combattenti curdi e ai loro sacrifici nella lotta contro l'Isis, non solo va un giusto debito di riconoscenza, ma anche la solidarietà per la lotta che
da tempo portano avanti nel segno di un diritto al riconoscimento e al rispetto della loro identità come minoranza etnica e linguistica e della loro aspirazione all’autonomia: diritto
che il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento non può che comprendere profondamente e sostenere;
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento chiede al governo ed al Parlamento
1. a far sentire in ogni sede istituzionale e con ogni mezzo necessario l’appoggio alle
istanze di autonomia del popolo curdo;
2. di attivarsi affinché, anche attraverso le Istituzioni europee e atlantiche, si esprima il
totale dissenso per la decisione che la Turchia sta assumendo nell'area e si valuti
l’opportunità di misure di sostegno umanitario;
3. di usare tutti i mezzi politici disponibili – a partire dallo stop all’esportazione di armi
verso la Turchia – per agire a tutti i livelli per proteggere la vita, la dignità e la libertà
del popolo curdo.
cons. Alessio Manica