Rovereto: un’alternativa alla tangenziale è possibile!
Editoriale pubblicato sul quotidiano "Trentino" in data 03/12/2019
di Alessio Manica
Nel leggere sulla stampa dei giorni scorsi l’infuocato dibattito sulla viabilità pare che nella Città della Quercia il tempo non passi mai. Non solo perché ancora al centro del dibattito cittadino c’è l' eterno tema della tangenziale; pare proprio che il costruire una nuova strada sia ancora un’ossessione radicata e profonda, il termometro di ogni progresso, il segno necessario dell’amministrare. Ci ricordiamo la tangenziale est nel dibattito di trent’anni fa? Un non trascorrere del tempo che casualmente trova conferma in questi giorni anche nei temi della RSA e della sede dell’Istituto Depero, che ritornano nel dibattito con cinque anni trascorsi senza che nulla sia avvenuto se non ovviamente l’aumento dell’urgenza di chi attende la loro realizzazione.
Torniamo però alla circonvallazione di Rovereto: era sbagliata ai tempi della megalomane proposta del 2009, rimane sbagliata nella, solo apparentemente più leggera, variante attuale: perché ha comunque alla base l’idea di trasferire il traffico altrove come se le periferie (non me ne vogliano gli abitanti di Cornalè), a differenza di aree più centrali, potessero essere luogo adatto al traffico, come se il territorio non conoscesse limiti, come se lo spreco di risorse fosse irrilevante.
Il tema oggi in tutto il mondo e, a maggior ragione nel nostro delicato territorio, non è lo spostamento del traffico bensì la sua riduzione attraverso altre forme di mobilità. Ma proprio sull'urgenza di spostare il traffico, da molti invocata nel dibattito di questi giorni, noto che c’è una omissione, voluta, di una delle indicazioni contenute nella relazione tecnica che dovrebbe giustificare la tangenziale.
Quella dove si afferma che: “ La S.S.12 rappresenta e continuerà a rappresentare la spina dorsale del sistema viabilistico roveretano. Nonostante i positivi risultati raggiunti da diversi scenari nel ridurre i flussi in transito sulla S.S.12, va detto che la capacità “liberata” sulla statale grazie alla realizzazione di altre infrastrutture viene quasi sempre almeno in parte “ri- occupata” da flussi che oggi impegnano la viabilità di quartiere o locale interna alla città e che troverebbero, grazie agli interventi simulati, più conveniente usare la statale. Ciò da un lato significa che gli interventi infrastrutturali portano comunque beneficio in termini di capacità di assorbimento di flussi che interessano l’area urbana di Rovereto (e non solo la S.S.12), dall’altro che riduzioni dei flussi veicolari sulla S.S.12 dell’ordine del 10% sarebbero già da ritenersi ottime e che aspettative di maggior rilievo non trovano in questo momento conferma nelle valutazioni tecniche eseguite..”.
A me pertanto non quadra che una comunità, intesa in senso largo ovviamente e non municipale, consumi ulteriore territorio (ettari di campagna che spariranno), spenda 90 milioni di euro (ai quali andrebbero aggiunti anche i 150 del trasferimento dell’autostrada in galleria per usarne l’attuale sedime) per non modificare significativamente il problema da cui era partita, ovvero spostare il traffico. Non posso credere che quel 10% giustifichi il tutto.
Quel passaggio della relazione certifica la vera fake news della tangenziale, maturata forse involontariamente nel cittadino comune, ovvero che la nuova strada sturerà l'intasamento sulla statale (peraltro molto più contenuto di quanto non si dica e in buona parte dipendente dalla moltiplicazione degli insediamenti commerciali che una buona pianificazione avrebbe dovuto impedire, a partire dal Millenium per finire con il riuso commerciale della zona industriale): spiace ma con la tangenziale la statale non verrà svuotata. Non è questo l’investimento che ci ridarà una situazione più vivibile.
Dobbiamo allora spostare il ragionamento. Con un diverso uso di una parte delle risorse, che si vorrebbero sprecare con la tangenziale, si potrebbero ottenere risultati migliori. Ragionando sul pendolarismo che è il problema maggiormente governabile con una mobilità pubblica. A partire dal miglior uso della ferrovia, anche in prospettiva del rilancio del collegamento ferroviario con l'Alto Garda e del raddoppio e trasferimento della ferrovia del Brennero, continuando con una migliore connessione tra ferrovia, trasporto extraurbano e trasporto urbano, e proseguendo con la realizzazione di una vera rete ciclabile nella Vallagarina. Da non confondere con le ciclopedonabili ad uso ricreativo e turistico. Una rete ragionata che collegando i paesi alla città con percorsi efficienti e sicuri, renda veloce e conveniente l'uso della bicicletta, che oggi con l'alimentazione elettrica è un nuovo mezzo di trasporto a tutti gli effetti. Investiamo seriamente negli strumenti di mobilità più sostenibili dell’auto e forse quel 10% di traffico in meno che pare rendere necessaria la tangenziale potrebbe diventare un obiettivo realizzabile con grande risparmio di risorse pubbliche.