Proposta di Mozione n. 531 – Creazione di un network dei giovani trentini all’ester
Ill.mo Signor
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE
Proposta mozione n. 531
Creazione di un Network dei giovani trentini all’estero
Si parla spesso sulla stampa nazionale, ma anche nel dibattito pubblico trentino, della cosiddetta “fuga dei cervelli”, intendendosi con tale espressione l'emigrazione verso paesi stranieri di persone di talento o ad alta specializzazione professionale.
Qualche dato può consentire di inquadrare la questione e di delinearne anche la portata, tanto da un punto di vista sociale quanto economico.
Secondo la Fondazione Migrantes dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti all’AIRE a oltre 4,8 milioni. Si sta anche progressivamente assistendo ad un abbassamento dei valori percentuali degli emigranti del Sud a favore di quelli del Nord del Paese.
In tutto nel 2015 sono stati 147mila, l’8% in più rispetto al 2014. E sono sempre di più i laureati con più di 25 anni che lasciano il Paese, quasi 23.000 nel solo 2015.
I laureati trasferitisi all’estero erano il 19% del totale nel 2009, ma erano già saliti al 24% nel 2013, a testimonianza di come sia sempre maggiore tra gli emigrati l’incidenza di coloro che hanno un alto grado di formazione. Tale dato è andato continuamente aumentando.
Si stima che dal 2008 al 2014 è emigrato all'estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato 23 miliardi di euro. E’ possibile ipotizzare che il fenomeno abbia avuto un’incidenza simile anche in Trentino, dove però le risorse per la formazione, anche universitaria, sono in capo alla Provincia.
Alla data del primo gennaio 2016 i residenti della Provincia Autonoma di Trento iscritti all'AIRE erano 49.783. Il 24.8% ha tra i 18 e i 34 anni.
Nel 2015 le partenze dalla Regione Trentino - Alto Adige/Südtirol sono state 2.875. Il tasso di crescita rispetto al 2014 è stato del 20,6%, tra i più alti del panorama italiano. Erano infatti 943 a fine 2013, 1.013 a fine 2014. Dei 2.875 emigrati nel 2015, il 64% aveva un’età inferiore ai 34 anni.
Analisi specifiche condotte sulla popolazione dei ricercatori e dottorandi hanno rilevato che ogni anno circa 3.000 ricercatori italiani che hanno conseguito il titolo accademico, prendono la via
dell’estero. Si stima che dal 2010 al 2020 l’Italia perderà circa 30.000 ricercatori. L’Italia è, tra i paesi industrializzati, quello con il saldo tra emigrati ed immigrati ad alta formazione più negativo, pari circa a – 13,2%. Per molte altre nazioni europee, le percentuali sono invece in pareggio, come per la Germania, o positive come nel caso della Svizzera e della Svezia (oltre il +20 per cento), del Regno Unito (+7,8 per cento) e Francia (+4,1 per cento).
Questi dati parlano sicuramente di un sistema, quello italiano, che fatica sempre di più ad accogliere ed impiegare i giovani più formati, e nel quale è sempre più difficile intraprendere percorsi di carriera ed affermazione professionale. Lo dimostra anche il tasso di disoccupazione giovanile, prossimo al 38%, e la percentuale dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano.
Alcuni dati recenti, riferiti ai cosiddetti “giovani adulti”, cioè quelli di età compresa tra i 24 e i 35 anni, parlano del resto di un Paese nel quale la mobilità sociale sembra essersi arrestata: due su tre vivono ancora con i genitori, il doppio rispetto ai coetanei francesi e tedeschi. Il 62% dichiara di nutrire grande incertezza per il proprio futuro; il 73% è convinto della necessità di dover andare all'estero per fare carriera; il 63% è convinto che difficilmente riuscirà a raggiungere la posizione sociale dei genitori; solo il 21% pensa che esistano opportunità e possibilità adeguate.
La realtà trentina presenta una situazione nettamente migliore a quella descritta dai dati nazionali. Basti pensare al tasso di disoccupazione giovanile, che qui è circa del 15 %, e ad altre rilevazione, che pongono il Trentino, assieme all’Alto Adige, tra i territori italiani ed europei più virtuosi. Anche i dati riferiti alle opportunità di impresa per i giovani, al tasso di imprese giovani ed innovative sul totale, al numero di start-up, nonché agli investimenti fatti in ricerca e sviluppo, descrivono il Trentino come un territorio capace di garantire opportunità e prospettive ai giovani di talento o ad alta specializzazione accademica e professionale.
Il fenomeno cosiddetto dei “cervelli in fuga”, se da un lato palesa una situazione socioeconomica negativa, dall’altro presenta anche risvolti positivi, tanto per i soggetti espatriati quanto per il sistema territoriale di origine. Un’esperienza accademica o lavorativa all’estero rappresenta infatti sempre più un elemento di importanza fondamentale per lo sviluppo della persona, per il rafforzamento delle competenze e per la sua occupabilità. Il mondo del lavoro, ed in particolare quello privato, esprime infatti sempre più una domanda di competenze umane, tecniche, scientifiche e linguistiche acquisibili quasi esclusivamente attraverso esperienze all’estero.
Tali richieste si coniugano all’esigenza di internazionalizzazione delle imprese, come dimostrano anche le parole spese nel corso del 2016 dal vicepresidente per l'Internazionalizzazione di Confindustria Trento, il quale ha dichiarato che “sebbene in Trentino i dati economici parlino di una situazione migliore che altrove, anche nella nostra Provincia c'è bisogno di un impulso ancora maggiore ai processi di internazionalizzazione”.
La competitività di un sistema territoriale, a maggior ragione se autonomo, passa sempre di più dalla capacità di mettere al centro i talenti e favorire, sia attraverso investimenti pubblici che l’attivazione di risorse private, innovazione e creatività. Questo passa anche dal sostegno alle aziende nel loro orientamento internazionale, dalla presenza di strutture universitarie ed istituti di ricerca interconnessi, da programmi di sostegno alle start-up, dalla presenza di una pubblica amministrazione moderna in grado di offrire servizi pubblici efficienti. Tutte qualità in cui il Trentino eccelle, come dimostrano dati e statistiche su menzionati, ma che vanno costantemente potenziate e migliorate, anche attraverso la valorizzazione e l’impiego delle risorse umane migliori che il nostro territorio forma; comprese quelle che spesso, per ragioni varie, emigrano.
L’economia locale ha sempre più bisogno di personale altamente specializzato per far fronte alla globalizzazione e a processi di riorganizzazione volti all’internazionalizzazione. Sarebbe quindi di grande importanza per lo sviluppo del nostro territorio riuscire a tracciare e mettere in contatto i giovani trentini ad alta formazione o specializzazione professionale che emigrano, che studiano o che lavorano all’estero. Questo allo scopo di creare un network tra persone che condividono oltre all’origine anche un’esperienza comune, condividere risorse e conoscenze anche in merito ad opportunità di studio o impiego, valorizzare le loro competenze, coltivare i legami con il nostro territorio e promuovere la nostra Provincia nei territori di destinazione.
Un network di questo tipo potrebbe rappresentare un ponte tra il Trentino ed il Mondo, e potrebbe quindi incentivare anche la connessione tra soggetti residenti all’estero e le imprese trentine. Ne è una dimostrazione il network Südstern, attivo in Provincia di Bolzano da quasi quindici anni. Attraverso il network vengono creati e si intrattengono continuamente rapporti non solo tra i sudtirolesi residenti ed operanti all’estero ma anche tra questi e le imprese locali. Südstern conta oltre 2.000 membri in oltre 70 Paesi in tutto il mondo. L’attività del network è concentrata sul costante sviluppo della piattaforma di contatto online (www.suedstern.org), sull’organizzazione di eventi in tutto il mondo, sullo sviluppo di comunità, di servizi, di indagini e di contenuti. Il network ha come executive partner IDM Südtirol, l’Università di Bolzano e il Centro di Laimburg. Conta poi oltre 60 aziende partner, che intrattengono rapporti con i soci all’estero in uno scambio continuo di esperienze, conoscenze, professionalità, opportunità e servizi. La rivista economica tedesca Brand Eins ha definito Südstern un modello “intelligente, di successo e assolutamente da imitare”.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio provinciale impegna la Giunta
- a contattare i responsabili del network Südstern (https://www.suedstern.org/) con lo scopo di approfondirne l’esperienza ed analizzarne l’efficacia e la replicabilità, anche promuovendo un seminario a ciò dedicato con il coinvolgimento dei soggetti trentini potenzialmente interessati a questo tipo di servizio, tra cui UNITN, FBK e altri enti di ricerca o alta formazione, Trentino Sviluppo, HIT, Associazioni di categoria ecc.;
- a promuovere, in maniera concertata con gli attori su elencati e gli altri che si riterrà opportuno coinvolgere, la creazione di una piattaforma online e di un network con lo scopo di mettere in contatto trentini di talento o ad alta specializzazione professionale residenti all’estero, favorirne lo scambio di conoscenze ed opportunità, e favorire il contatto tra questi e le imprese e gli enti di ricerca e sviluppo operanti sul territorio della Provincia Autonoma di Trento;
- a promuovere un confronto all’interno del GECT al fine di valutare lo sviluppo del suddetto network su base euroregionale, così da garantire una maggior collaborazione ed integrazione tra i tre territori nonché la formazione e lo scambio di competenze, conoscenze e capitale umano su base euroregionale.
cons. Alessio Manica
cons. Donata Borgonovo Re
cons. Mattia Civico
cons. Lucia Maestri
cons. Violetta Plotegher
Trento 8 febbraio 2017