Alessio ManicaAttività Politica Proposta di odg n. 7/74-75-76/XVI – Piano straordinario di manutenzione del territorio

Proposta di odg n. 7/74-75-76/XVI – Piano straordinario di manutenzione del territorio

Trento, 07 dicembre 2020

Proposta di ordine del giorno n. 07 ai Disegni di Legge n. 74, 75, 76 /XVI

Rilanciare l’economia locale con un piano straordinario di manutenzione del territorio

L’Italia, dicono i dati contenuti nel rapporto sul rischio idrogeologico redatto annualmente dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), è uno dei paesi con il maggior rischio di dissesto idrogeologico. Oltre il 90% dei Comuni italiani sorge in un’area in cui il rischio di dissesto idrogeologico è notevole. La superficie delle aree classificate a pericolosità da frana medio-alta e/o idraulica di media intensità ammonta complessivamente a quasi il 20% del territorio nazionale. Secondo i dati riportati dall’ISPRA l’Italia è tra i paesi più interessati da fenomeni franosi in Europa, con un’area a pericolosità da frana alta, media, moderata e di attenzione pari al 20% del territorio nazionale. Per quanto riguarda, invece, le alluvioni, la superficie interessata con più frequenza ammonta a quasi il 5% del territorio nazionale, mentre le aree a pericolosità media raggiungono quasi il 10% del territorio nazionale. Anche il Trentino è un’area fortemente a rischio, nonostante il grande lavoro di manutenzione e prevenzione da sempre attuato nella nostra Provincia, anche a causa di fenomeni atmosferici sempre più impetuosi e violenti, come dimostrano i fatti degli ultimi giorni. In Trentino oltre il 30% dell’intera superficie provinciale rientra in aree ad elevata pericolosità geologica per frana, alluvione o valanga e ogni comune o quasi ha almeno un area ad elevata pericolosità geologica. La cultura del monitoraggio, dell’analisi, della pianificazione e della prevenzione in Trentino è da sempre molto elevata, e si è rafforzata considerevolmente a partire dal 1987 con l’adozione del primo Piano Urbanistico Provinciale, contenente la Carta di Sintesi della Pericolosità Geologica. Questo ha determinato il passaggio da una cultura dell’emergenza ad una cultura della prevenzione del rischio, consentendo negli anni un’efficace programmazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. I fenomeni atmosferici connessi con il cambiamento climatico, che anche recentemente hanno colpito duramente il Trentino, ci dicono però che non possiamo ne abbassare la guardia ne tanto meno ridurre il nostro impegno in termini di prevenzione e gestione del territorio. Tra il 5 e il 6 dicembre 2020, pochi giorni fa, sono stati moltissimi i Comuni trentini interessati da frane, smottamenti, allagamenti, cedimenti: da Avio a Cembra, da Roverè della Luna a Lona-Lases, da Lavis a Carisolo, e poi Caoria, Vermiglio, Vignola Falesina, Centa San Nicolò, Tione, San Martino di Castrozza, e molti altri. Recentemente possiamo anche ricordare le numerose piene del fiume Sarca e i vari fenomeni di allegamento lungo il suo corso, e in questi giorni gli allagamenti dovuti alla fuoriuscita della Fossa di Caldaro, ecc. Tutti fenomeni che dimostrano la fragilità del territorio alla luce di fenomeni atmosferici sempre più violenti e alla conseguenze di una continua urbanizzazione e antropizzazione, in ambito edilizio ma anche agricolo. In un momento di emergenza e di crisi economica, che sta colpendo le aziende del territorio e incidendo negativamente anche sulla tenuta dei livelli occupazionali, mettere in campo un grande piano di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio potrebbe essere una risorsa sotto diversi punti di vista: ambientale, idrogeologico, produttivo, occupazionale, oltre ad incrementare la sicurezza della nostra Provincia. Di questa proposta hanno parlato anche dai sindacati nel corso delle audizioni per la manovra di bilancio in corso di discussione: “Per questo – hanno detto - abbiamo proposto un piano di manutenzione straordinaria del territorio per prevenire il rischio idrogeologico, come strategia pluriennale di adattamento ai cambiamenti climatici, anche in funzione di tutela e promozione del prodotto turistico e delle coltivazioni agricole. In questo senso non nascondiamo la nostra preoccupazione quando si legge, nei documenti del bilancio di previsione, che rispetto al 2019 le politiche per la tutela dell’ambiente subiranno una contrazione di risorse di ben 20 milioni di euro nel corso del 2021" Un piano di manutenzione straordinaria pluriennale del territorio potrebbe essere finanziato non solo con i fondi del Recovery Fund, su cui pende comunque una valutazione di ammissione, ma immediatamente con risorse al momento impegnate su grandi opere oggetto di progettazioni ormai datate e che risulterebbero per loro natura soggette a procedure di appalto ed attuazione molto lunghe. In questo piano - da elaborare assieme agli enti locali a cui potrebbero anche essere affidate parte delle procedure di gara ed appalto – potrebbero rientrare centinaia di lavori ed opere anche di dimensione piccola o media, recuperando le molte progettazioni esecutive già disponibili presso i molti enti locali del Trentino, in tal senso facilmente appaltabili e cantierabili. Si avrebbe così una rete di soggetti attuatori diffusa sul territorio, con centinaia di opere piccole e medie tutte afferenti ad un obiettivo di manutenzione e incremento della sicurezza del nostro territorio, che consentirebbero di vedere affidati i lavori in tempi rapidi, ad aziende del tessuto imprenditoriale locale e di garantire fin da subito una tutela e un incremento dei livelli occupazionali.

Ciò premesso

il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta

  1. a considerare l’investimento sulla messa in sicurezza del territorio come obiettivo prioritario sul quale finalizzare sia le risorse proprie che quelle che origineranno dal Recovery Fund;
  2. ad elaborare nel più breve tempo possibile e comunque entro i termini dell’assestamento di bilancio, in accordo con il Consiglio delle Autonomie Locali, un piano di manutenzione straordinaria del territorio, con opere piccole e medie facilmente appaltabili e cantierabili, valorizzando anche progettazioni già realizzate e coinvolgendo anche i Comuni nelle procedure di affidamento.

cons. Alessio Manica