Alessio ManicaAttività Politica Proposta di Mozione n. 58 – Definizione condivisa con la Provincia di Bolzano delle forme di sfruttamento idroelettrico del fiume Adige
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Proposta di Mozione n. 58 – Definizione condivisa con la Provincia di Bolzano delle forme di sfruttamento idroelettrico del fiume Adige

Ill.mo Signor
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

Proposta di mozione n. 58
Definizione condivisa con la Provincia di Bolzano delle forme di sfruttamento idroelettrico del fiume Adige

Rivedere le modalità di concessione delle medie e grandi derivazioni e subordinare le concessioni di sfruttamento idrico del fiume Adige ad una condivisione di strategia e approccio con la Provincia autonoma di Bolzano, nel rispetto e a tutela dell'interesse pubblico.

Premesso che uno degli elementi strategici che caratterizzano e caratterizzeranno sempre di più la vita delle comunità contemporanee è l’accesso alle fonti di energia, e che istituzioni lungimiranti devono cercare di garantire alla propria comunità energia e soprattutto energia pulita;

premesso che lo sfruttamento a scopo idroelettrico dell’acqua è uno dei punti di forza del Trentino e rappresenta una opportunità, essendo una fonte energetica pulita;

premesso che periodicamente nascono e si ripropongono progetti – che fino ad oggi si sono arenati – per la creazione di nuove centrali idroelettriche lungo il tratto trentino del fiume Adige;

considerato che nel 2008 sono state presentate due richieste di concessione – inoltrate rispettivamente da Dolomiti Energia e da SWS Engineering s.p.a. che ha successivamente trasferito la richiesta di concessione alla Acquafil Power s.p.a – per lo sfruttamento idroelettrico del fiume Adige nelle zone di competenza territoriale di alcuni comuni dell'Alta Vallagarina;

preso atto che queste stesse società il 22 e il 25 marzo 2010 hanno inoltrato alla Provincia autonoma di Trento la richiesta di sospensione del procedimento di concessione, e che in data 16 ottobre 2012 Acquafil Power s.p.a. ha chiesto la riattivazione del procedimento presentato modificando l'originaria richiesta e traslando leggermente a monte l'ubicazione dello sbarramento (interessando in questo modo con la realizzazione della struttura i soli territori dei comuni di Pomarolo e Volano);

tenuto conto che a questo progetto è seguita una campagna di promozione dello stesso atta a sottolineare le condizioni di favore delle quali potrebbero beneficiare gli enti locali coinvolti con riferimento alla loro bolletta energetica (si è accennato alla possibilità di un ritorno dovuto alla "servitù dell'opera" quantificabile in 500/600 mila € annui per ognuna delle tre turbine di 1,5 megawatt da installare come contrappeso al "sacrificio ambientale");

valutato che, stando alle previsioni progettuali, la diga in questione prevede la realizzazione di un salto d'acqua di almeno tre metri, paratie mobili per deviare parte dell'acqua in una derivazione oltre l'argine e fino alle turbine, la realizzazione di altre opere idrauliche conseguenti al funzionamento dell’impianto, e il conseguente formarsi di un bacino idrico a monte della diga di laminazione a causa dell’innalzamento del livello del fiume, producendo in definitiva conseguenze negative sul microclima dell'area, sulla fauna ittica e più in generale sull'assetto ambientale della zona interessata, oltre evidentemente ad incrementare il pericolo di allagamento per l'abitato di Nomi;

rilevato che il paesaggio Trentino ha già pagato in passato un forte tributo di natura ambientale per i molti fiumi minori imbrigliati, deviati, violentati dalla realizzazione di centrali idroelettriche;

preso atto che il 20 dicembre 2012, nella conferenza dei servizi interessati alle problematiche inerenti l'opera in questione, sono emerse molte perplessità ed aperte contrarietà in merito alla possibile realizzazione dell'opera e che fra queste spicca il parere negativo del Servizio Bacini Montani (che evidenzia ben 8 rilievi critici per motivare il proprio parere negativo) nonché quelli del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale e del Servizio Foreste e Fauna (che hanno a loro volta evidenziato problematiche ambientali degne di nota e valutazione);

preso atto infine che con la delibera n. 2986 del 27 dicembre 2012 la Giunta provinciale ha dato comunque via libera alle successive fasi procedurali relative alla valutazione dell'impatto ambientale dell'opera in questione;

ricordato che con la mozione n. 176/XIV del 17 aprile 2013 il Consiglio provinciale impegnava la Giunta ad elaborare con la Provincia autonoma di Bolzano, anche in modo pubblico e partecipato, una comune strategia di approccio capace di preservare e valorizzare la risorsa "Fiume Adige" grazie ad una regia pubblica e a tutela del pubblico interesse;

ritenuta inoltre necessaria una riflessione e una nuova normativa in materia di derivazioni, sia alla luce degli evidenti limiti della norma che permette la modifica di un fiume (che patrimonio comunale non è) con il coinvolgimento formale di soli tre Comuni e non – perlomeno – delle Comunità di Valle interessate, sia in ragione dell'evidente stortura normativa che permette di stravolgere una valle in funzione di un interesse privato;

rilevato dalla documentazione depositata l’evidente paradosso che per ottemperare al rispetto della soglia dei 3MW, limite oltre il quale non è prevista la realizzazione di impianti di produzione di energia idroelettrica sul fiume Adige, l’esercizio dell’impianto viene previsto per soli 8 mesi all’anno;

ricordato che il fiume deve essere considerato invariante fondamentale di questo territorio nel significato pieno attribuito a questo sostantivo dal PUP, e che l’ottenimento di un beneficio del singolo non può determinare un danno per la collettività quale ad esempio l’incremento del livello di rischio;

ricordato che la procedura attualmente in sede di istruttoria di VIA dev’essere comunque conforme a quanto disposto dal Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche;

Evidenziato ancora che tra le osservazioni del Servizio Bacini Montani c’è anche la preoccupazione che “la localizzazione di questa tipologia di derivazione prescinde dalla valutazione di altre possibili collocazioni lungo l’asta del fiume Adige, dando pertanto origine al possibile proliferare di interventi analoghi, non previamente pianificati” evidenziando pertanto la necessità di una riflessione complessiva sugli eventuali sfruttamenti idroelelettrici del fiume Adige;

valutata con forte preoccupazione l'ipotesi di realizzazione di una nuova centrale idroelettrica con le caratteristiche impattanti sopra descritte lungo il corso del fiume Adige per le possibili conseguenze sul piano dell'impatto ambientale e paesaggistico, delle variazioni microclimatiche e dell'alterazione del nostro più importante corso d'acqua, oltre all'evidente incremento del pericolo di allagamento per l'abitato di Nomi;

Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale:

 

  1. ad elaborare con la Provincia autonoma di Bolzano, anche in modo pubblico e partecipato, una comune strategia di approccio capace di preservare e valorizzare la risorsa "Fiume Adige" con regia pubblica e a tutela del pubblico interesse;
  2. a valutare ogni concessione inerente il fiume Adige nel territorio della Provincia autonoma di Trento con valenza anche per quanto riguarda le domande alla data odierna già depositate, anche in base alle valutazioni emerse dalla strategia di cui al punto 1;
  3. a non sottoporre a procedura semplificata nessuna richiesta di sfruttamento di risorse considerate dal PUP come elementi invarianti del nostro territorio;
  4. a rivedere le modalità di partecipazione al processo decisionale in modo da coinvolgere nelle valutazioni e nelle scelte la Comunità di Valle interessata e tutti i comuni coinvolti dal progetto proposto, non solo dunque quelli entro i cui confini demaniali si prevede di mettere in atto l’opera, a partire dalla valutazione di cui all’art. 7 delle norme di attuazione del PGUAP.
  5. a incentivare forme di sfruttamento idroelettrico del fiume Adige con proposte tecniche meno impattanti rispetto a quelle tradizionali dello sbarramento.

 

cons. Alessio Manica

cons. Mattia Civico

cons. Lucia Maestri

cons. Violetta Plotegher

cons. Luca Zeni

 

Trento, 3 marzo 2014

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