Alessio ManicaAttività Politica Proposta di Mozione n. 402 – Contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale
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Proposta di Mozione n. 402 – Contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale

Ill.mo Signor
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

Proposta di mozione n. 402
Contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale

La Costituzione italiana all’articolo 3 riconosce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E questo significa anche che ad ogni cittadino deve essere riconosciuto uguale godimento di diritti civili.
Indica poi come compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ciò significa che alle istituzioni, anche quelle locali, spetta garantire sicurezza, libertà e giustizia per ogni cittadino, nel riconoscimento pieno dei suoi diritti civili fondamentali.
Il Trentino intende dimostrarsi territorio di democrazia praticata, dove si mettono in atto tutte le azioni necessarie a scongiurare atti e atteggiamenti omofobici verso i cittadini e a far crescere una cultura della pacifica e rispettosa convivenza tra le differenze, affinché il godimento dei diritti civili fondamentali sia veramente assicurato a tutti, raccogliendo anche la forte indicazione popolare, intervenuta nell’anno 2012, con la raccolta di 7.000 firme.
I comportamenti affettivi sono di natura privata e non possono costituire motivo di differenza di trattamento per le persone da parte della comunità, a partire dalle istituzioni che la rappresentano e la tutelano.
Le persone omosessuali, transessuali o intersessuali esistono e sono parte della nostra comunità. L’orientamento affettivo e sessuale non è un capriccio dei nostri tempi, non è una scelta arbitraria dell’individuo e nulla ha a che vedere con il venir meno di modelli culturali tradizionali di vita e di comportamento. L’orientamento affettivo e sessuale è la ricerca, a volte dolorosa, di una propria identità. Questa mozione ha come obiettivo quello di rendere meno dolorosa la vita delle persone.
Il Consiglio provinciale, nelle sue prerogative e alla luce delle novità legislative intervenute nel febbraio scorso al Senato ed ora in fase di esame alla Camera dei Deputati, intende impegnare la Giunta ad attivare e prevedere una serie di misure volte a contrastare le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale. Se è vero com’è vero, che l’omosessualità e l’affettività orientata verso persone del proprio sesso non rappresentano un crimine e neppure una malattia, allora non si deve permettere che le persone che intraprendono percorsi già di per sé non semplici, debbano anche essere oggetto di violenza sia essa fisica o verbale o di limitazioni della partecipazione alla vita della propria comunità.
Sarebbe dunque grave se non ci dotassimo degli strumenti necessari a prevenire e contrastare tali forme di violenza. Per questo, vanno individuati dispositivi e definiti percorsi affinché nessuno debba sentirsi sbagliato o debba nascondere ciò che è e ciò che vive.
La difesa dei diritti civili non è patrimonio di nessuno, o meglio, lo è di tutti. Non vi sono valori contrapposti o opzioni che si escludono. Il tema dei diritti civili, della dignità della persona e del rispetto di ogni singolo individuo sono anzi il luogo dove tutti si devono incontrare, per condividere un impegno comune nel rimuovere le ingiustizie e sostenere chi fa fatica.
Contrastare le discriminazioni, ogni disuguaglianza che produce marginalità, è quindi un impegno che tende unicamente a riconoscere e a includere chi oggi rischia di sentirsi ai margini Chi prova affetto per compagni o compagne dello stesso sesso non nuoce a nessuno e non priva di nulla le coppie eterosessuali, ma, fintanto che vi saranno persone che sono o vivono ai margini, che si trovano nella condizione di nascondere una parte importante della propria esperienza umana, perché qualcuno è pronto a giudicarla e condannarla, noi saremo una comunità più debole, più povera e più ingiusta.

Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna

1. la Giunta provinciale:

a) a promuovere la realizzazione dell'uguaglianza sostanziale tra gli individui, anche della loro dimensione affettiva, e garantire la parità di diritti di ogni persona, considerando ogni discriminazione legata all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alla condizione di intersessualità come una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

b) a individuare misure per il superamento delle condizioni di discriminazione fondate sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sull'intersessualità e sensibilizzare sui fenomeni dell'omofobia, della transfobia e del bullismo omofobico;

c) a promuovere iniziative tese ad evitare ogni discriminazione per l'accesso agli interventi e ai servizi provinciali;

d) a promuovere la creazione di reti territoriali contro le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, per la realizzazione di interventi di informazione, sensibilizzazione e diffusione di buone prassi, nell'ambito dei soggetti del sistema integrato dei servizi sociali;

e) a garantire il coordinamento tra le strutture provinciali coinvolte nella realizzazione dell'uguaglianza sostanziale tra gli individui;

f) ad assegnare alla struttura competente in materia di Pari Opportunità le funzioni di coordinamento delle azioni a contrasto delle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, anche svolgendo funzioni di osservatorio per il contrasto di tali discriminazioni, nel rispetto delle misure per la razionalizzazione della raccolta dei dati previste dalla legislazione provinciale in materia di attività statistica e disciplina del sistema statistico provinciale, così da consentire un'efficace attività di progettazione, programmazione, gestione, monitoraggio e valutazione degli interventi;

g) a sostenere, coinvolgendo le istituzioni scolastiche e formative, azioni di sensibilizzazione, volte al contrasto del bullismo omofobico;

h) a favorire, attraverso il piano degli interventi di politica del lavoro previsto dalla legge provinciale 16 giugno 1983, n. 19 (legge provinciale sul lavoro 1983) opportunità lavorative ed eventuale riqualificazione professionale delle persone che per motivi derivanti dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità sono discriminate o esposte al rischio di marginalizzazione o esclusione lavorativa;

i) a dare indicazione all’APRAN affinché nei contratti collettivi sia prevista l’applicazione di un’aggravante nella sanzione dei casi di discriminazione previsti dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea;

j) a dare disposizioni affinché ciascuno possa, nel rispetto delle norme statali in materia di capacità giuridica e di rappresentanza, designare una persona a sostenerlo per ogni esigenza assistenziale e psicologica in caso di fruizione di servizi presso le strutture sanitarie, socio-assistenziali e socio-sanitarie che erogano prestazioni per conto dell'ente pubblico;

k) a disporre che i consultori previsti dalla legge provinciale 29 agosto 1977, n. 20 (Istituzione e disciplina del servizio di consultorio per il singolo, la coppia e la famiglia) svolgano le proprie attività di informazione, assistenza, sostegno psicologico e consulenza anche in riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alla condizione di intersessualità, prevenendo così anche l’emarginazione sociale;

l) a promuovere tra i dipendenti pubblici l'adozione di comportamenti ispirati al rispetto dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere all'interno dell'organizzazione lavorativa e nei rapporti con il pubblico, attraverso specifiche attività formative, rivolte a tutto il personale, affinché vengano adottate modalità linguistiche e comportamentali ispirate alla considerazione e al rispetto tra individui, indifferentemente dall’orientamento sessuale;

m) a prevedere sugli stessi temi campagne di informazione e di comunicazione di ampio respiro, privilegiando il ricorso a strumenti educativi e culturali innovativi, idonei a raggiungere un elevato numero di utenti;

n) a favorire all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione provinciale percorsi di crescita liberi da discriminazione determinata dal genere, dalla razza o dall'origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall'età, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere e dall'intersessualità e a contrastare eventuali discriminazioni;

o) a dare disposizioni affinché la “Consigliera di parità nel lavoro” svolga attività di supporto e di consulenza, anche promuovendo procedure di conciliazione, a favore delle parti datoriali e delle/dei lavoratrici/ori in relazione alle forme di discriminazione contrastate dalla legge provinciale 14 marzo 2013 e rispetto alle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità;

p) a trasmettere alla competente commissione permanente del Consiglio provinciale una relazione sullo stato di attuazione degli impegni previsti da questa mozione;

2. il Presidente del consiglio provinciale:

a) ad attivarsi affinché il Comitato provinciale per le comunicazioni formuli proposte per la trattazione delle tematiche inerenti al contrasto delle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dell’intersessualità; e garantisca adeguati spazi di informazione ed espressione per la trattazione degli interventi di contrasto ad esse.

 

cons. Alessio Manica
cons. Giuseppe Detomas
cons. Lorenzo Ossanna
cons. Gianpiero Passamani

 

Trento, 2 maggio 2016

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