Alessio ManicaAttività Politica Proposta di Mozione n. 334 – Potenziamento e sviluppo di progetti di mobilità all’idrogeno sul territorio provinciale
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Proposta di Mozione n. 334 – Potenziamento e sviluppo di progetti di mobilità all’idrogeno sul territorio provinciale

Ill.mo Signor
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

Proposta di mozione n. 334

Potenziamento e sviluppo dei progetti di mobilità all’idrogeno sul territorio provinciale

Da molti mesi la stampa nazionale dedica ampio spazio al progetto di una hydrogen highway, un piano che punta a trasformare l’autostrada del Brennero in una rotta percorribile da veicoli alimentati a idrogeno, e dunque non inquinanti. Il progetto, che prevede entro la fine del 2016 la costruzione di sette stazioni di rifornimento istallate a distanza regolare sui 650 chilometri che dividono Modena da Monaco di Baviera, prende le mosse dalla previsione dell’Unione di una sempre più rapida espansione dell’idrogeno come carburante del futuro (un futuro molto prossimo, nel documento si parla di 5-6 anni), e dalla necessità di farsi trovare pronti per quella data.

L’idrogeno, accanto ai molti benefici ecologici, è anche una forte leva economica, capace di grande potenziale attrattivo per le aziende della green economy, e destinato nel prossimo futuro, sempre secondo Bruxelles, ad una crescita di tipo esponenziale (il documento parla di 16 milioni di vetture a idrogeno circolanti in Europa per il 2030).

In questo settore, la Provincia autonoma di Trento si era mossa bene e per tempo, acquistando due autobus ibridi, elettrici e a idrogeno, da utilizzare durante le passate Universiadi. Le due vetture, in servizio dal 20 febbraio al 3 marzo 2013, furono destinate al servizio navetta che collegava ogni 30 minuti il Villaggio Veronza al Centro Stampa di Cavalese, dalle 8 del mattino alle 22.30. Il servizio comportava una media di 366 chilometri al giorno percorsi dai due bus, per un totale di 5.357 chilometri effettuati tra il gennaio e il marzo 2013.

La scelta del tragitto montano e della stagione invernale, non era stata casuale. L’idea era infatti quella di testare il funzionamento di vettori così innovativi, e nell’immaginario ancora delicati, in percorsi critici da un punto di vista orografico e climatico. A questo proposito, la fase di sperimentazione e quella successiva di analisi dei dati, hanno evidenziato come gli autobus abbiano svolto il servizio programmato senza particolari difficoltà o criticità, rivelandosi in definitiva compatibili con il percorso, e dunque adatti ad uno sfruttamento (e potenziamento) su tutto il territorio provinciale.

Ciononostante, non solo un potenziamento del servizio non è stato portato avanti, ma da oltre un anno le due vetture non risultano più nemmeno utilizzate, così come smantellata è stata la stazione di rifornimento appositamente costruita nel comune di Panchià, l’unica del suo genere sul territorio provinciale. Scelta sicuramente motivata da logiche gestionali e sicuramente legata alla considerazione che i costi di esercizio sono ancora oggi superiori rispetto ai veicoli tradizionali, ma una decisione alla quale andrebbe opposta la logica di un investimento che è già stato fatto, uno sforzo che, senza ritornare nel merito delle motivazioni, sarebbe un errore ora disperdere.

Nel frattempo, inoltre, l’azienda costruttrice si è radicata nel territorio, diventando nei fatti una start up concreta, che ha sviluppato nuovi progetti e che ha di recente ricevuto la richiesta degli amministratori della Bassa Valsugana di usare i propri mezzi per il trasporto turistico e per investire sulla mobilità all’idrogeno quale volano di sviluppo locale.

Da un lato quindi l’Unione Europea e l’A22 lavorano per farsi trovare pronte, ed anzi per anticipare i tempi in modo da poter rivestire un ruolo di guida e di precursore nello sviluppo della mobilità all’idrogeno e dei trasporti non inquinanti; dall’altro la Provincia autonoma di Trento che con scelta lungimirante, sicuramente costosa, aveva avviato una sperimentazione i cui frutti si sono rivelati eccellenti, sembra invece tornare sui propri passi per smantellare quanto fatto in questo settore.

E questo nonostante la vicina Provincia autonoma di Bolzano stia lavorando alacremente per predisporre tutte le condizioni affinché la mobilità all’idrogeno possa svilupparsi in modo compiuto, realizzando a Bolzano l’unico impianto per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili presente in Europa; predisponendo una serie di distributori sul suo territorio; e mettendo a disposizione dieci automobili Fuel Cell ad idrogeno che potranno essere affittate da tutti.

Simile attenzione e determinazione andrebbe recuperata anche in Provincia di Trento, capitalizzando quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni, e valutando anche la possibilità di sostenere nuove iniziative in tal senso, ivi compresa la realizzazione di un distributore in Bassa Valsugana. Simili progetti, anche grazie al coinvolgimento e alla partnership con aziende tecnologiche trentine e alla finanziabilità degli stessi attraverso bandi europei, possono infatti produrre ricadute considerevoli a costi assolutamente non insostenibili.

 

Tanto premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta a:

 

1. rimettere in tempi brevi in servizio gli autobus ad idrogeno che hanno svolto il servizio navetta durante le scorse Universiadi, anche utilizzando momentaneamente per il loro rifornimento la stazione installata a Bolzano;
2. potenziare la partnership e i collegamenti con le amministrazioni confinanti attive con progetti strategici sul tema della mobilità, e in particolare con la Provincia autonoma di Bolzano;
3. a valutare – accanto alle positive ricadute che un potenziamento di detto settore produrrebbe in termini di immagine e di sostegno alla mobilità sostenibile – le ricadute che questo potrebbe comportare nel comparto industriale trentino.
4. a valutare la proposta degli amministratori della Bassa Valsugana di usare i mezzi fuel cell per il trasporto turistico e per investire sulla mobilità all’idrogeno quale volano di sviluppo locale tramite la realizzazione di un distributore in valle per il rifornimento del mezzi stessi.

cons. Alessio Manica
cons.ra Donata Borgonovo Re
cons.ra Lucia Maestri

 

Trento, 11 novembre 2015

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