ODG n. 208/81/XVI – Promozione delle comunità energetiche
Trento, 22 marzo 2021
Proposta di Ordine del giorno n.
Favorire la nascita di comunità energetiche, anche in campo idroelettrico
Il contesto globale ci chiama sempre di più ad una responsabilità individuale e collettiva nei confronti dell’ambiente e dell’ecosistema all’interno del quale viviamo.
Fenomeni quali il surriscaldamento globale, il climate change, la riduzione di biodiversità, le disuguaglianze sociali direttamente connesse a fenomeni ambientali ecc., ci richiamano alle nostre responsabilità nei confronti del pianeta e ad un ripensamento del modo di produrre e consumare.
La transizione energetica, intendendo con questo concetto la costruzione di un modello di organizzazione sociale basato sulla produzione e consumo di energia in maniera sostenibile e proveniente da fonti rinnovabili, appare sempre più necessaria ed urgente. Per fare questo è necessario favorire la nascita e l’attivazione di nuovi modelli di green economy, promuovendo dei processi di cambiamento sociale e culturale orientati a nuovi modi di produrre energia, al risparmio energetico e all’efficienza dei consumi, anche attraverso l’attivazione di nuove forme di azione collettiva e collaborativa.
Per usare le parole del responsabile del Forum Disuguaglianze Diversità Fabrizio Barca, non può esistere giustizia sociale senza giustizia ambientale ed è quindi necessario mettere in campo strategie e politiche capaci di garantire un progresso integrato e coevolutivo socio-economico-ecologico.
Questo ci fa capire come la transizione energetica sia diventata una delle grandi sfide della contemporaneità, tanto a livello globale quanto locale, non più procrastinabile. Come scrive la Guida 2020 “Le comunità energetiche in Italia”, realizzata nell’ambito del Progetto Europeo GECO cofinanziato da EIT Climate‐KIC, Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile, ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e Università di Bologna, “la progressiva attivazione delle comunità locali, tramite processi partecipativi incentrati sulla rigenerazione dell’economia locale, fa intravedere la nascita di un nuovo sistema socio-energetico basato sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sull’uso di impianti locali di generazione di energia distribuita”.
In questo contesto assumono grande importanza le comunità energetiche e i prosumer. La comunità energetica è “una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali” e sono accomunate dallo scopo di “fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri”, consumando sul posto l’energia prodotta da un impianto di generazione locale per soddisfare i propri fabbisogni energetici. Le comunità energetiche basano il proprio operare sulla mutualità, sulla cooperazione e sulla condivisione.
Per prosumer si intende invece “l’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer)”, e le stime dicono che, entro il 2050, saranno 264 milioni i cittadini europei che agiranno nel mercato dell’energia come prosumer, producendo oltre il 40% dell’energia elettrica rinnovabile complessiva.
In pratica, come dice la Guida 2020 “Le comunità energetiche in Italia”, “il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte. La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata con i consumatori fisicamente prossimi al prosumer o anche accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Pertanto, il prosumer è un protagonista attivo nella gestione dei flussi energetici, e può godere non solo di una relativa autonomia ma anche di benefici economici”.
In Italia, in Europa e nel Mondo ci sono già molte comunità e cooperative energetiche, anche basate sulla produzione di energia da fonte idroelettrica. Anche in Trentino non mancano i casi. Come riportato sul quotidiano l’Adige del 04/06/2020, il Governo italiano ha affidato a “Ricerca sul Sistema Energetico” Spa (Rse), società controllata dal “Gestore dei Servizi Energetici nazionale” (Gse), del Ministero dello Sviluppo Economico, il compito di valutare dei progetti pilota di comunità energetiche. La Rse ha quindi individuato le sei migliori realtà italiane che “per le elevate performance raggiunte in campo energetico, hanno le caratteristiche per diventare comunità energetiche da inserire in un progetto di studio pilota che consentirà di fornire a livello governativo i dati ed informazioni necessari ad adottare strumenti legislativi idonei all’implementazione di tali innovativi modelli energetici sul territorio nazionale”. Tra questi, l’Azienda consorziale servizi municipalizzati (Acsm) di Primiero è la prima realtà produttrice di energia che farà parte dei progetti pilota delle future “Comunità energetiche”.
A livello normativo, l’Unione Europea nel 2019 ha approvato il pacchetto legislativo "Energia pulita per tutti gli europei" (CEP - Clean Energy Package). Questo è composto da otto Direttive e tra queste c’è anche la Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001), che definisce l’autoconsumo collettivo e le Comunità di Energia Rinnovabile (CER), e la Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944) che definisce la Comunità Energetica dei Cittadini (CEC).
Come scrive la Guida 2020 “Le comunità energetiche in Italia”, le Direttive “definiscono entrambe la comunità energetica come un soggetto giuridico fondato sulla partecipazione aperta e volontaria, il cui scopo prioritario non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera”.
Ora le comunità energetiche sono costituibili anche in Italia in virtù della conversione in legge del decreto Milleproroghe, e della delibera di ARERA - Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente del 4 agosto 2020.
Citando ancora la Guida 2020 “Le comunità energetiche in Italia”, “le comunità energetiche possono sperimentare ruoli innovativi in ambito sociale, etico e civico, strutturandosi attraverso una governance locale a responsabilità diretta”. Per questo, al fine di incentivare l’attivazione di percorsi di sviluppo sostenibile e partecipato delle comunità locali, appare di sicuro interesse supportare la transizione “del cittadino verso la figura del prosumer e di collettivizzare le risorse energetiche rinnovabili, così da influenzare e ottimizzare la loro produzione e il loro consumo”.
Le comunità energetiche, nel pieno rispetto di quanto previsto e dagli obiettivi posti dalla UE con il Green New Deal e l’Agenda 2030, sono strumenti che possono incentivare l’attuazione di azioni di risparmio ed efficientamento energetico, ridurre la povertà energetica, dare maggiore competitività alle aziende locali, attivare cittadini e comunità locali in pratiche di sviluppo comunitario socio-economico-ecologico sostenibile.
Tale nuova possibilità normativa è una straordinaria possibilità per la comunità trentina perché può permettere in prospettiva, oltre ai punti di cui sopra:
- la partecipazione diffusa allo sfruttamento del bene acqua, e quindi una ripubblicizzazione in senso lato del suo governo;
- valorizzare le competenze locali esistenti,
- capitalizzare il grande radicamento e potenziale del tessuto cooperativo;
- costruire strumenti utili ad evitare la messa a gara con il conseguente possibile depauperamento delle comunità locali.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio impegna la Giunta provinciale
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ad attivare immediatamente una campagna informativa secondo quanto previsto dall’art. 18bis della LP 20/2012 per informare amministratori e cittadini in merito a questa nuova opportunità, dando mandato al coordinamento di cui all’art. 8 della stessa;
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a sostenere le realtà che decidano di attivare percorsi per l’attivazione di comunità energetiche;
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a coinvolgere in questo percorso la rappresentanza dei Comuni Trentini e quella della Cooperazione Trentina;
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ad approfondire la possibilità di progetti pilota e sperimentali con le comunità energetiche già esistenti.
cons. Alessio Manica