La bicicletta, ormai è assodato, fa bene alla salute e al benessere individuale e collettivo; fa bene all’ambiente, perché è e sempre di più sarà una valida alternativa ai mezzi a motore soprattutto privati; e fa bene alle città, perché incide in maniera determinante sulla riduzione del traffico urbano e conseguentemente dell’inquinamento atmosferico. La città di Trento e il Trentino sono da anni un laboratorio importante per quanto riguarda la mobilità sostenibile e ciclabile in particolare. Basti ricordare i grandi investimenti fatti sulla rete delle piste ciclabili e ciclopedonali; lo sviluppo e la diffusione del servizio di bike sharing; i bonus per l’acquisto di biciclette; il cicloconcorso e le altre iniziative di promozione dell’uso della bicicletta, ecc. L’emergenza COVID-19 ha dato ulteriore impulso alla diffusione dell’utilizzo della bici, mettendo anche in risalto i grandi vantaggi di un utilizzo capace di farsi processo sociale e non solo scelta individuale. Da un lato la comprovata correlazione tra diffusione del virus e inquinamento ambientale, dall’altro le limitazioni imposte alla capienza dei mezzi di trasporto pubblico e il rischio conseguente di un forte ritorno all’utilizzo del mezzo privato, hanno spinto lo Stato e molti enti pubblici a politiche di incentivazione e promozione dell’acquisto e dell’uso della bici. Uno dei campi più importanti per diffusione dell’uso della bici è quello del “Bike to Work”, ovvero l’utilizzo della bici come mezzo per coprire il tragitto casa – lavoro – casa. In questo campo nei mesi scorsi alcuni territori hanno avviato delle sperimentazione e dei progetti importanti, finalizzati appunto ad incentivare e premiare la scelta della bici per recarsi al lavoro. Progetti che sarebbe certo interessante riproporre anche in Trentino e che troverebbero di certo terreno fertile su cui innestarsi proprio in virtù della forte sensibilità e propensione all’utilizzo della bici nonché della diffusa disponibilità di una viabilità ciclabile o ciclopedonale protetta. In particolare nel corso del 2020 la Regione Emilia Romagna ha avviato il progetto Progetto Bike to Work – “Bonus bici”, coinvolgendo 33 Comuni. L’obiettivo principale del progetto, si legge, “è la disincentivazione all’uso del mezzo privato, promuovendo l’utilizzo della bicicletta e di altre modalità di trasporto rispettose dell’ambiente, senza dimenticare l’interscambio con il sistema ferroviario.” L’azione principale del progetto prevede l’erogazione di buoni per gli spostamenti verdi tra casa e ufficio. Le premialità, previste direttamente in busta paga, cambieranno in base all’effettivo utilizzo della bicicletta: si potrà arrivare così fino a 400 euro in un anno se si usa esclusivamente la bici per il tragitto casa-lavoro e fino a 200 se si abita in una città diversa rispetto a quella della sede di lavoro e si usa la bici insieme ad altri mezzi pubblici (treno e bus). Va ricordato che l’uso dell’autovettura costa mediamente 50 centesimi al chilometro di costo diretto (carburanti, ammortamenti, manutenzioni…) e quasi altrettanti di esternalità negative; Il progetto della Regione Emilia Romagna si è sviluppato soprattutto “nelle aree urbane, in cui il trasporto pubblico è più utilizzato. Di fronte alle difficoltà legate alla rigida applicazione delle regole di distanziamento sanitario sui mezzi pubblici, infatti, occorre agire a monte, riducendo le esigenze di mobilità pubblica per gli spostamenti urbani.” Il progetto è stato gestito direttamente dai Comuni interessati, che hanno emanato a tal fine un apposito bando dopo aver sottoscritto un apposito protocollo d’intesa con la Regione. La Regione, nell’ambito del progetto, ha finanziato sia spese di investimento – come interventi di realizzazione di percorsi ciclabili o di moderazione del traffico finalizzati a privilegiare la circolazione delle biciclette – sia spese correnti, in particolare quelle tese soprattutto ad incentivare l'utilizzo della bicicletta negli spostamenti casa-lavoro come incentivi chilometrici per gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta ai dipendenti di aziende, incentivi per la riduzione del costo dell’utilizzo del bike sharing, da attuare mediante accordi di mobility management con le aziende e incentivi per la riduzione del costo del deposito delle biciclette presso le velostazioni o altri depositi finalizzati all’interscambio modale che siano convenzionati con il Comune. Tra i Comuni aderenti c’è quello di Reggio Emilia, dove aziende private, enti pubblici e partecipate, con sede operativa nel territorio comunale, aderendo all’avviso pubblico del Comune, hanno partecipato a questa innovativa iniziativa di mobilità sostenibile consentendo di premiare i lavoratori più virtuosi in tema di sostenibilità con un contributo fino a 50 euro mensili. “In questo periodo così difficile per tutti noi – ha detto l’assessore comunale alla Mobilità sostenibile Carlotta Bonvicini -dobbiamo in ogni caso guardare avanti e lavorare anche per gli obiettivi non contingenti, ma con un respiro più ampio. Questa iniziativa è preziosa e importante, perchè permette di creare una rete fra Amministrazione e aziende: la figura del mobility manager, già ampiamente utilizzata ed efficace nel mondo della scuola, è un importante riferimento per sviluppare nuovi progetti e nuove sinergie nella gestione delle politiche per la mobilità sostenibile, con la preziosa collaborazione anche dei privati. Inoltre, incentivi economici sono qualcosa di concreto e visibile, che possono davvero fare la differenza nelle scelte quotidiane di mobilità dei lavori della nostra città, a beneficio delle persone e dell’ambiente urbano”. Altro Comune emiliano aderente quello di Modena che a differenza di Reggio Emilia ha scelto un impianto leggermente diverso che prevede un rapporto meno filtrato attraverso le aziende ma incardinato sul singolo aderente che vede quindi un accredito diretto del bonus sul proprio conto. In entrambi i casi lo strumento operativo è un’apposita applicazione per mobile che permette la certificazione dei chilometri percorsi. In Trentino ancora una volta su questo aspetto potremmo mettere a rendita le risorse del territorio, in questo caso quelle legate alla ricerca e all’innovazione, in quanto esiste già una applicazione utilizzabile in tal senso sviluppata da FBK, Questo progetto, come detto, potrebbe essere replicato anche in Trentino, in particolare nei Comuni urbani e periurbani del fondovalle dell’Adige, ma anche nei capoluoghi di Valle e nei Comuni ad essi limitrofi e anche lungo gli assi ferroviari del Brennero, della Valsugana e delle valli di Non e Sole.
Ciò anche e soprattutto tenendo conto:
- che il comma 4 dell’Articolo 229 Decreto "Rilancio" (D.L. 19 maggio 2020, n. 34) rubricato Misure per incentivare la mobilità sostenibile stabilisce che “Al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, (2. Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale) con singole unita' locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente finalizzato alla riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale nominando, a tal fine, un mobility manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilita' sostenibile. Il Mobility Manager promuove, anche collaborando all'adozione del piano di mobilita' sostenibile, la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilita', delle persone, al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell'impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, tramite l'attuazione di interventi di mobilita' sostenibile. Per le pubbliche amministrazioni tale figura è scelta tra il personale in ruolo”;
- che la legge provinciale 30 giugno 2017, n. 6 Pianificazione e gestione degli interventi in materia di mobilità sostenibile all’articolo 6 (Piano degli spostamenti casa lavoro), comma 1, affida alla Giunta provinciale la definizione dei criteri e della modalità per assicurare l'adozione dei piani degli spostamenti casa-lavoro e che al comma 3 dispone che “La Provincia autonoma di Trento sostiene con il bonus di mobilità i lavoratori che non usano un automezzo privato nel tragitto casa – lavoro.”;
- che alcune Regioni e alcuni comuni al di fuori del Trentino Alto Adige hanno adottato progetti innovativi, sul modello di quanto già messo in atto in diversi Paesi europei (Belgio, Paesi Bassi, Francia), che prevedono incentivi chilometrici per gli spostamenti in bicicletta casa-lavoro, per la riduzione del costo dell’utilizzo del bike sharing e per il deposito delle biciclette in luoghi sicuri;
- che tra gli obbiettivi prioritari della Provincia di Trento non può mancare il risanamento e la tutela della qualità dell’aria, tenuto anche conte della importanti implicazioni sulla salute dei cittadini;
- che la mobilità urbana rappresenta per l’Unione Europea un fattore di crescita e di occupazione, oltre che un presupposto indispensabile per una politica di sviluppo sostenibile.
Ciò premesso, considerati anche gli indubbi benefici sotto il profilo sanitario e ambientale che può rivestire l’utilizzo quotidiano diffuso della bicicletta, a maggior ragione se alternativo all’utilizzo dell’automobile privata e la grande importanza che riveste, sotto il profilo del contenuto e dell’immagine per un territorio con una spiccata vocazione turistica come il Trentino, la possibilità di offrire una mobilità meno impattante sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico e della scorrevolezza, e vista in particolare l’esperienza dell’Emilia Romagna su descritta quale caso virtuoso a cui ispirarsi,
il Consiglio impegna la Giunta provinciale
- a predisporre, in accordo con i Comuni, ed in attuazione dell’art. 6 della L.P. 6/2017, un bando per l’incentivo alla mobilità sostenibile casa-lavoro che preveda:
- incentivi chilometrici per l’uso quotidiano della bicicletta nel percorso casa-lavoro;
- incentivi per la realizzazione di depositi delle biciclette sicuri presso le velostazioni o altri depositi finalizzati all’interscambio modale;
- incentivi per la realizzazione di percorsi sicuri per le biciclette verso le zone produttive artigianali, commerciali ed industriali.
cons. Alessio Manica, cons.a Sara Ferrari e cons. Alessandro Olivi