Mobilità: servono scelte lungimiranti e condivise!
Trento 25/02/2020
di Alessio Manica
In tema di mobilità non possono esistere soluzioni indipendenti. La mobilità è un tema nel quale le interconnessioni con i territori limitrofi, gli scenari di lungo periodo, le politiche europee, i cambiamenti tecnologici, culturali ed ambientali non sono elementi secondari bensì centrali per lo sviluppo di una declinazione strategica territoriale. Declinazione che nel nostro caso non può che essere al contempo trentina, dolomitica, alpina, euroregionale ed europea. L’idea di mobilità che si immagina per un territorio è necessariamente uno dei capisaldi dai quali si deve partire per immaginarne lo sviluppo urbanistico, economico, sociale: i problemi contingenti possono avere soluzioni differenti in funzione del modello strategico che si vuole adottare. Risulta quindi indispensabile avere un’idea chiara dello stato di fatto e dello scenario al quale si vuole tendere e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Per questo nel corso della discussione sulla manovra di bilancio 2020-2022 ho presentato un ordine del giorno – poi approvato dal Consiglio provinciale – che impegna la Giunta a porre alla base dell’annunciata modifica del Piano Urbanistico Provinciale il tema della mobilità ferroviaria e, in particolare, le opere connesse al Corridoio del Brennero. Per lo stesso motivo negli anni io e il mio Gruppo abbiamo sostenuto con convinzione i documenti discussi in seno all’Assemblea dell’Euregio relativi agli sviluppi sostenibili della mobilità alpina, certi che non possa che esistere sulla mobilità per i tre territori – Trentino, Südtirol e Tirolo – una strategia, un modello e un programma operativo comune e coordinato. Da un anno e mezzo però le azioni e le dichiarazioni della Giunta trentina vanno nella direzione opposta. Agli annunci roboanti spesso non segue nessuna azione; e le poche azioni mettono in evidenza il completo scollamento da Bolzano e più in generale da un quadro di senso condiviso. Del resto questa Giunta ci sta abituando quotidianamente ad un approccio al governo dell’Autonomia propagandistico e solipsistico. Il caso più eclatante è senza dubbio il collegamento autostradale della Valdastico a Rovereto sud, cavallo di battaglia del Presidente Fugatti – solo suo ormai – osteggiato invece dal Presidente Kompatscher, il quale non perde giustamente l’occasione per sottolinearne la più totale incompatibilità con la strategia del Corridoio del Brennero e con l’obiettivo di ridurre il traffico sull’A22 spostandolo dalla gomma alla rotaia. Fugatti affronta il tema della Valdastico come si trattasse della costruzione di una piccola strada poderale, ma del resto la banalizzazione è sicuramente uno dei tratti distintivi della maggioranza e della Giunta leghista. Così sulla questione del blocco dei TIR, mentre il Südtirol legge nell’iniziativa austriaca la necessità di una rivoluzione delle modalità di trasporto delle merci - per l’evidente saturazione dell’A22 e le certificate questioni di salute e ambientali - la maggioranza trentina approva una mozione per l’ulteriore sviluppo del settore dell’autotrasporto e si scaglia contro l’iniziativa tirolese senza nessuna ulteriore riflessione. Poco importa se la minoranza chiede – invano - di collocare questo intervento emergenziale e temporaneo, ed in quanto tale condivisibile, all’interno di una strategia complessiva. Lo sguardo rimane basso sull’oggi, ancorato ad un eterno presente. Così mentre le strade del Lago di Garda si intasano di auto ormai senza stagionalità alcuna, e le Amministrazioni locali del Garda guardano con serietà alla possibilità di un collegamento su rotaia con il mondo tedesco, la Giunta leghista ci propone la galleria stradale da Avio a Malcesine, salvo poi annunciare uno studio di fattibilità per il “trenino” (raramente un termine fu più sintomatico di un sistema di pensiero) per il Garda Trentino. E così anche sulla mobilità iniziamo ad allontanarci pericolosamente dal Südtirol, con il quale invece dovremmo costruire uno scenario condiviso, dal Corridoio del Brennero alla ferrovia delle Dolomiti, dal traffico sui Passi Dolomitici a quello sull’A22. Il futuro su temi complessi come quello della mobilità si costruisce oggi, non domani. Auspico quindi che la Giunta Fugatti possa cominciare al più presto ad adottare un approccio serio e responsabile e ad elaborare una strategia trentina per la mobilità condivisa e al passo con i tempi. Solo così si potrà agire, dalle scelte più semplici fino a quelle più complesse, all’interno di un quadro di coerenza di medio e lungo periodo, ricordando sempre che il mondo non inizia a Borghetto e non finisce alla chiusa di Salorno.