Mobilità e futuro: Giunta ferma, e c’è il nodo TAV
12/10/2019
Editoriale ospitato sul quotidiano "Trentino"
di Alessio Manica
“Che idea hanno Fugatti e la sua Giunta di questo Trentino da qui a dieci-venti-trent'anni?” A questa domanda del direttore Mantovan, contenuta in un recente editoriale dal titolo “L’idea di Trentino che non c’è”, non so rispondere. E temo non sappiano rispondere nemmeno i diretti interessati. In quell’editoriale si parlava di mobilità, tema caro alla Giunta Fugatti ma buono solo - per ora – a frequenti sparate buone per una campagna elettorale permanente ma non di certo per governare le molte e strategiche sfide che interessano il nostro territorio, a cominciare da quella ferroviaria. A tenere banco, più di tutto, è la Valdastico. Negli ultimi giorni il tema ha visto due autorevoli interventi, quello dell'ex assessore provinciale Mauro Gilmozzi e quello del professore Geremia Gios. Se il secondo, con la consuete schiettezza, tomba l'utilità di questa infrastruttura dal punto di vista viabilistico e ribadisce la follia ambientale, viabilistica, e geologica dell'uscita proposta dalla Giunta leghista a Rovereto Sud, il primo introduce alcuni elementi di riflessione ulteriori. Innanzitutto completa un ragionamento sull'ipotesi di uscita a Trento sud, mettendo in luce un disegno complessivo sulla mobilità che costituiva le basi di quell'ipotesi di compromesso che aveva delineato la Giunta Rossi. Accanto al declassamento dell’arteria, che non sarebbe più stata un'autostrada, emerge anche una lettura più articolata di quel collegamento infrastrutturale con il Veneto, attraverso il contemporaneo adeguamento dell'asse ferroviario della Valsugana. Un ragionamento che non supera le mie personali convinzioni sull’inutilità dell’opera in sé, ma che risultava certo farsi carico di una visione più articolata, integrata ed intermodale della mobilità e che cercava di risolvere – realmente e non a chiacchiere come fa Fugatti – il problema del traffico in Valsugana. Soprattutto tale soluzione si inseriva in una una visione coerente con quello che a mio parere è il nodo centrale della mobilità trentina, ovvero la Tac/Tav, le sue tratte di accesso, le opere accessorie le sue interconnessioni con i sistemi di mobilità locali ed interregionali. Su questo tema strategico, almeno fino ad ora, Fugatti non ha speso una sola parola. E’ ora di ragionare sui cambiamenti della mobilità trentina nel medio-lungo periodo. Le modalità con cui l’alta velocità si interconnetterà con la città di Trento, con le ferrovie locali esistenti e con quelle che sarebbe bene realizzare, a partire dalla tratta Rovereto - Riva. La ferrovia è a mio avviso il nodo centrale se vogliamo coniugare – non solo a parole e non solo ai convegni - mobilità e sostenibilità. Se ci si ferma un'attimo ad immaginare questo scenario, certo meno scontato e meno elettoralmente appetibile, l'accanimento su opere come la Valdastico si rivela in tutta la sua assurda arretratezza. Sull’alta velocità credo sia ora di recuperare il gap con l’Alto Adige e avviare un’importante operazione di trasparenza, coinvolgendo la comunità sulla definizione dei tracciati, sulle modalità costruttive e di cantierizzazione, sulle compensazioni, sulle interconnessioni con le ferrovie locali. Quali opportunità si apriranno per l’imprenditoria locale? E quali per il settore turistico? Possiamo immaginare di far arrivare e spostare il futuro turista nei territori con la ferrovia? In questo senso risulta urgente intensificare l’attività dell’Osservatorio per lo sviluppo del corridoio del Brennero e delle connesse infrastrutture provinciali, istituito nella scorsa legislatura, affinchè possa svolgere un ruolo sia propositivo che di analisi del progetto, ma anche e forse soprattutto di relazione e coinvolgimento delle comunità locali. Questi grandi flussi globali impattano inevitabilmente sui territori, e questi hanno due possibilità: subirli oppure cercare di governarli. Ritengo ovviamente necessario percorrere questa seconda strada e sono certo che grazie alla nostra Autonomia potremo trasformare questi processi in grandi opportunità di sviluppo ed interconnessione.