Alessio ManicaStampa e Social Stampa Mobilità di Rovereto: la tangenziale è l’ultima ipotesi!

Mobilità di Rovereto: la tangenziale è l’ultima ipotesi!

28 luglio 2019 - di Alessio Manica

Il tema della mobilità è strategico per definire il modello di sviluppo di un territorio, ed è sempre più al centro dell’agenda politica e di governo del Trentino. Uno dei territori sicuramente più coinvolti nella riflessione sulle strategie per la mobilità del futuro è la Vallagarina. Basti pensare al tema A22, alla realizzazione dell’alta velocità, al collegamento ferroviario con l’Alto Garda, il potenziamento della ferrovia del Brennero e delle stazioni esistenti, la mobilità di Rovereto con il tema della tangenziale e infine, ahimè, il collegamento autostradale della Valdastico. Voglio partire da qui, prima di concentrarmi sull’altro tema attuale nel dibattito cittadino e cioè quello della tangenziale. Voglio innanzi tutto esprimere la mia più grande soddisfazione per il voto espresso nei giorni scorsi dal Consiglio comunale di Rovereto, che con 23 voti su 24 si è dichiarato contrario al completamento della Valdastico in Vallagarina. Così hanno fatto altri Comuni, e sono certo che altri ancora lo faranno. Queste espressioni si aggiungono a quelle del comitato contro la Valdastico, che ha già raccolto più di tremila firma. A questo movimento ampio e democratico la Lega, nella persona della Cons. Dalzocchio, risponde “e chi se ne frega?”. A dimostrazione di come l’intestarsi continuo dell’ascolto dei territori sia solo propaganda. Vengo alla tangenziale di Rovereto: la Lega la ha inserita in pompa magna tra le opere strategiche nel bilancio di assestamento discusso questi giorni, salvo essersi dimenticata di destinare a quest’opera anche un solo euro: si useranno i fondi dell’A22, incerti su quando saranno disponibili e vincolanti perchè richiederanno la costruzione di un’infrastruttura funzionale all’autostrada, un vincolo pesante. Se è indubbio che esista un problema di attraversamento della città, molto più aperta è la riflessione su quale sia la soluzione migliore per risolvere il problema si pensi al dibattito tra secante e tangenziale. A mio avviso non esiste “una” soluzione, ma una serie di scelte parti di una politica complessiva della mobilità in Vallagarina della quale una nuova infrastruttura deve rappresentare una parte. E’ giunto il tempo di una scelta, che dovrà però basarsi su alcuni punti di partenza e impostazioni di metodo. Innanzitutto va tenuto presente che già nel 2013 Rovereto si è dotata di Piano Urbano per la Mobilità, PUM, poi aggiornato nel 2016 e poi ancora integrato da uno studio della Comunità di Valle. Nel 2016, inoltre, è stato sottoscritto un importante protocollo tra la Provincia e il Comune, che aveva proprio al centro il tema della mobilità e che ha portato ad uno studio articolato e multidisciplinare, che affrontava il tema indicando una serie di scenari e di priorità. Non siamo quindi all’anno zero abbiamo dati e opzioni di lavoro. Nello studio si conveniva sull’opportunità di posticipare  il ragionamento sulla tangenziale e di procedere preliminarmente con la risoluzione di alcuni nodi interni alla città, come il potenziamento del trasporto pubblico locale, la realizzazione del passante ciclo pedonale di piazzale Orsi, la riapertura della stazione di Calliano e il potenziamento di quella di Mori, realizzazione di una nuova stazione delle autocorriere. Da ultimo si suggeriva di valutare la sperimentazione di forme di agevolazione economica dell’utilizzo del tratto autostradale e, per ultima appunto. la definizione di una tangenziale leggera. Si diceva insomma, saggiamente, che la tangenziale avrebbe dovuto essere considerata dopo l’attuazione e la valutazione degli effetti reali di questi interventi, certamente più rapidi e meno costosi. Tutto questo perché l’impatto finanziario e ambientale di un’opera come la tangenziale richiede che responsabilmente venga avviata solo se lo sforzo ed il sacrificio che comporta è commisurato alla risoluzione del problema, e solo dopo aver esplorato gli altri strumenti di una strategia integrata, moderna e sostenibile della mobilità. Va infine ricordato che, pur essendo il tema della viabilità cittadina avvertito come una priorità dei roveretani, è abbastanza comprensibile come questa sia nei fatti una questione che riguarda l’intera Vallagarina: per le ripercussioni viabilistiche che qualsiasi scelta avrà sulla mobilità dell’intera area, e per il fatto che in alcune ipotesi l’impatto sui territori esterni alla città di Rovereto rischia di essere maggiore rispetto a quello sulla città. Il tema non è quindi monopolio della città e serve un tavolo di coordinamento con tutti gli enti coinvolti. Auspico quindi che la Giunta provinciale smetta di fare campagna elettorale e inizi a governare con serietà e responsabilità, facendo anche tesoro di quanto fatto sin qui. Si cominci ad attuare quanto previsto dal  protocollo. Si valutino poi gli effetti di questi interventi e solo allora, qualora servisse, si progetti una nuova strada secante o tangenziale che sia. Sapendo che se non c’è una politica di mobilità complessiva che miri alla riduzione della necessità di usare i mezzi privati, il beneficio già non elevato di drenaggio del traffico di una nuova strada, come ci dicono i dati degli studi rischia di essere azzerato dall’aumento complessivo del traffico. Propinare l’idea che tutto si risolve con una nuova grande strada è illusorio.