Alessio ManicaAttività Politica Lettera ai Sindaci trentini sulla Valdastico

Lettera ai Sindaci trentini sulla Valdastico

Trento, 03/08/2021

G.le Sindaca,

Egr. Sindaco,

a più di un anno dall’annuncio la Giunta provinciale ha recentemente approvato il documento preliminare che da avvio all'iter di variazione del Piano Urbanistico Provinciale (PUP), necessario per inserire nella pianificazione provinciale la previsione del completamento autostradale della Valdastico con sbocco a sud di Rovereto.

Il documento non è ancora un progetto di piano, ma comunque era lecito aspettarsi un documento articolato, contenente le motivazioni a supporto della soluzione viabilistica proposta e in grado anche di assicurarne la coerenza con tutti gli altri strumenti di programmazione economica e sopratutto con quelli di pianificazione e tutela del territorio, oltre che con gli indirizzi di sviluppo europei e nazionali.

Ci troviamo invece davanti ad un “non documento”, nel senso che contiene tutti gli aspetti procedurali e partecipativi dell'iter, ma nessuna motivazione o ragione del perché la Giunta provinciale voglia procedere con una variante del PUP. Come se per sventrare montagne, deturpare ecosistemi, deviare sorgenti, sfregiare il paesaggio delle Valli del Leno con viadotti e caselli e costruire enormi discariche e annosi cantieri bastasse l’opinione del Presidente Fugatti e della Giunta.

E così l'unica ragione rinvenibile nel documento a supporto di questo atto di violenza territoriale sta - tautologicamente - nella volontà politica, in un impegno elettorale a cui ora si deve tenere fede. Nonostante nella pubblica amministrazione, al fine di garantire sempre l’interesse pubblico, anche il più banale degli atti amministrativi necessiti di motivazione. Peccato che nel frattempo siano successe molte cose.

Tra queste: la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato l'illegittimità di una previsione di completamento della Valdastico che si limiti al tratto veneto e quindi l'azzeramento di fatto di un iter che doveva portare ad una soluzione condivisa; uno studio progettuale della società autostradale Serenissima che smentisce la fattibilità tecnica e sopratutto ambientale dell'ipotesi di sbocco a sud; la conferma che il Veneto non è interessato, ne vuole saperne, di soluzioni diverse dal completamento con sbocco a nord; il mancato inserimento dello sbocco a sud nel documento del tavolo nazionale di coordinamento per l’Intesa, e quindi il concretizzarsi di una situazione di stallo che rende del tutto illogica una variante al PUP per la previsione di una soluzioni su cui non c’è alcun accordo; la richiesta alla società autostradale Serenissima di stralciare il completamento della Valdastico dalla concessione. Concessione che è peraltro in scadenza e che si presume verrà sottoposta a gara, quindi senza più la necessità di legarne il rinnovo al completamento della Valdastico, che è in definitiva l'unica ragione per cui si continua a parlare di Valdastico dopo cinquant’anni dal suo stop.

Si tratta insomma di una nuda volontà politica, non supportata da dati e analisi, che comporta però delle conseguenze rilevanti, attivando una procedura che chiama tutta la Provincia a concorrere e con la salvaguardia rispetto a qualsiasi atto in potenziale conflitto con la scelta indicata.

Ma oltre a non essere ragionevole la variante viene pure privata di una qualsivoglia argomentazione che ne dimostri l'utilità. Infatti non si era ancora mai visto che un progetto stradale rispondesse alla sola volontà politica senza che venisse prodotta una documentazione a sostegno sul piano della mobilità, della domanda, dei flussi di traffico oltre che della fattibilità tecnica e della sostenibilità economica e ambientale.

Di quest’opera si parla da cinquant’anni e tutti gli studi sul traffico, effettuati ancor prima che si affermasse il bisogno di coerenza con la sostenibilità ambientale e lo sviluppo di una mobilità alternativa ai modelli storici, rilevano una scarsa domanda rispetto alla Valdastico e comunque solo se alternativa rispetto all'asse della Valsugana. Perchè, se il raddoppio della strada della Valsugana è stato inserito nel programma della Giunta, nel documento preliminare per la Valdastico non se ne fa menzione e non se valutano gli effetti sui flussi di traffico? E perché non si valutano gli effetti sul traffico conseguenti allo sviluppo del quadrante di Verona? O al raddoppio della ferrovia del Brennero? O al potenziamento della ferrovia della Valsugana? E perché nel documento non si valuta la coerenza di quest’opera con gli indirizzi strategici del Recovery Fund o del Green Deal UE o della strategia europea per la mobilità o di quella alpina prodotta dall’Euregio? E laddove invece il documento richiama questo o quel atto di indirizzo provinciale, tutti o quasi sono in netto contrasto con l’idea della Valdastico.

Ci sono però due altre evidenti contraddizioni in questo documento, oltre alla mancanza dei presupposti che ne permettano la fattibilità, e alla mancanza di dati che ne sostengano la necessità. La prima è l'assenza di una qualsiasi soluzione progettuale, dato che non si richiama il tracciato ipotizzato due anni fa e già sostanzialmente bocciato dalla società Serenissima - e già si vocifera di un ennesimo spostamento del tracciato ancora più a sud. Si chiede cioè al Consiglio provinciale, e quindi ai trentini, di inserire nel principale strumento di pianificazione della Provincia autonoma la previsione di un'infrastruttura di questo genere senza dati, senza analisi e anche senza un’ipotesi progettuale. Su cosa dovrebbero esprimersi i Consiglieri, gli enti locali, i portatori di interesse e i cittadini? Come si può valutare questa cosa senza lo straccio di un dato sui flussi di traffico, sull’impatto ambientale, sui costi dell’opera e perfino senza un’ipotesi progettuale? Non basta qualche vacua affermazione sulla sostenibilità ambientale ed economica e sulle “magnifiche sorti e progressive” a cui andrà incontro il distretto produttivo della Vallagarina grazie a questo collegamento autostradale.

La seconda è il fatto che il documento ricorda tutti i principi contenuti nei vari atti di programmazione, pianificazione e di tutela, dei quali la stragrande maggioranza è in palese contraddizione con il completamento della Valdastico. La giunta Fugatti ritiene che si possa puntare alla riduzione del traffico in Valsugana senza considerare che il traffico si sposterà sulla Vallagarina e sulla Valle dell'Adige, o che si possa parlare di riduzione delle emissioni per gli spostamenti interni ignorando l'aumento di quelli di attraversamento, per non parlare della sicurezza idrogeologica che viene palesamente ignorata. In sintesi si lasciano negli obiettivi generali perseguiti dalla Provincia la mobilità sostenibile, la qualità delle acque e dell'aria e la riduzione del rischio idrogeologico, ma non si citano tra gli indicatore che dovranno misurare la sostenibilità della variante, per non comprometterne già in partenza l'iter.

Per queste ragioni ritengo sia necessario manifestare con forza il dissenso motivato di tutti coloro che hanno a cuore il territorio, l'ambiente, lo sviluppo economico e l'Autonomia, che già molti territori hanno espresso, trasformando la fase partecipativa prevista dall’iter di approvazione del documento preliminare in un’assunzione di responsabilità collettiva da parte della comunità trentina, anche allo scopo di perseguire obiettivi sostenibili e alternativi a quelli contenuti nel documento preliminare alla variante e fermare questo progetto dannoso per tutti noi trentini e per le future generazioni.

Certo della vostra attenzione, rimango a vostra completa disposizione all’indirizzo mail alessio.manica@consiglio.provincia.tn.it.

L’occasione mi è gradita per i più cordiali saluti.

Alessio Manica

Consigliere provinciale - Gruppo PD del Trentino