La Valdastico per il Trentino è un’opera inutile e dannosa
Trento, 05/04/2022
Intervento in Consiglio provinciale nell’ambito della discussione sul Documento preliminare alla Variante del PUP per la Valdastico con uscita a Rovereto sud.
Di Alessio Manica
Dopo così tanti anni di discussione, centinaia di interventi, diventa utile ribadire o ricordare a quando risale l’idea di quest’opera. E così con un po’ di ricerca si scopre che l’idea si sviluppa a fine anni sessanta e formalmente il primo atto è la concessione di progettazione dl primo tratto, quello fino a Piovene Rocchetta, del 1970. Poi tra gli anni 1972 e 1976 si cantiera il tratto oggi esistente. E poi c’è l’oggi, nel quale ci troviamo qua in aula a discutere della modifica al Piano Urbanistico Provinciale per inserire l’uscita a Rovereto sulla scorta della volontà della maggioranza di dare finalmente realizzazione al tratto trentino.
Come se nulla fosse, come se oltre cinquant’anni non avessero visto evolversi il pianeta, la società, la tecnologia, i modelli di sviluppo. Anzi rivendicando con forza che finalmente si fanno azioni concrete per farla, perchè la Lega l’ha sempre voluta.
Basterebbe perdere qualche ora per riflettere su quante cose sono cambiate in 50 anni per porsi un sano dubbio se quest’opera se mai lo ha avuto abbia oggi un senso, o ancor meglio se lo avrà tra 15/20 quando potrebbe entrare in funzione.
Ne cito alcuni avvenimenti significativi, solo per aiutarci a metabolizzare il tempo trascorso e il cambiamento avvenuto nelle nostre vite:
- nel 1969 siamo andati sulla Luna
- nel 1969 nasce arpanet l’antenato di internet
- nel 1991 viene messa in rete la prima pagina web, nasce internet di fatto
- nel 1975 è stato prodotto il primo pc
- nel 1991 viene firmata la Convenzione delle Alpi
- nel 2007 si da avvio alla realizzazione del tunnel del Brennero
- nel 2032 andrà in esercizio il tunnel del Brennero
Sono solo alcune date per indicare come il tempo corra e rimanere fermi su un modello di mondo che non c’è più sia assurdo.
Lo scenario
Il futuro della mobilità non sarà sulla gomma: non lo sarà per i costi in infra-strutture che impongono delle priorità nelle spese, per i costi ambientali che non ci permettono più di continuare a costruire strade e consumare suolo o bucare montagne, per i costi di esercizio delle strutture, per i costi per i cittadini della mobilità individuale (si vedano in questi giorni i costi dei carburanti), per l’urgenza ambientale che stiamo vivendo e che mette la transizione ecologica come priorità del pianeta. Quindi ad occhio e croce anche del Trentino.
Territorio trentino che a quest’urgenza mondiale aggiunge anche un’intrinseca limitatezza e delicatezza, ed una vocazione ben specifica alla sostenibilità sulla quale si basa la sua attrattività non solo turistica.
Un territorio che si trova su uno degli assi fondamentali delle connessioni eu-ropee, con i Brennero che rappresenta il valico più trafficato delle Alpi, su arte-rie che siano l’autostrada o la ferrovia che ci connettono efficacemente verso sud ed ancor più verso il nord Europa. Condizione questa non priva di ester-nalità negative, che il traffico di attraversamento veicolare in particolare porta con se attraversando il Trentino lungo l’asta dell’Adige ma non solo:
- la Vallagarina e la valle dell’Adige (che vedono A22, ss12, sp),
- la Valsugana (ss 47),
- le località turistiche che si intasano letteralmente nei periodi turistici.
- L’inquinamento atmosferico e acustico
Un territorio però che non oggi ma due decenni fa ha fatto una scelta: l’investi-mento sulla ferrovia, che ora si concretizza anche in terra trentina.
Qua va ricordata la lungimiranza del fondo ferrovia di Autobrennero caso unico in Italia, le scelte già nel 2003 di puntare sulla ferrovia per gestire il traffico merci di attraversamento, e il no ad una nuova autostrada.
E allora proviamo ad accennare ad alcune delle ragioni per le quali la Valda-stico non ha senso, oggi molto più di allora:
1. La contraddizione con la ferrovia prima di tutto: se abbiamo deciso di pun-tare sulla ferrovia, se per fare questo affrontiamo investimenti enormi ed anche sacrifici territoriali ed ambientali non ha senso infilare una nuova au-tostrada che aggravi il già saturo carico veicolare sull’A22. Non dobbiamo offrire scorciatoie ma spingere il traffico pesante al punto intermodale indi-viduato a Verona.
2. I numeri scarsi dei transiti previsti forniti dagli stessi proponenti. Peraltro senza mai una valutazione dei pedaggi, e sempre in modalità parametrica con altre autostrade che non hanno però lo sviluppo abnorme in galleria della Valdastico.E invece i pedaggi sono tema fondamentale visto che i costi sono elemento nodale per spostare i transiti, quante volte abbiamo parlato del traffico parassitario che grava sull’asse del Brennero in ragione del suo basso costo rispetto ad altri valichi alpini? A titolo di esempio per attraversare il traforo del Monte Bianco (più corto -metà - delle gallerie previste per la Valdastico) oggi un auto paga 48 euro ed un TIR 355.
3. La non sostenibilità economica, in questo anche l’ultimo studio commissio-nato dalla Giunta certifica quando parla di 65 milioni di ricavi (non utili) annui per un opera da 3mld, fanno 46 anni senza considerare i costi di manuten-zione mostruosi, che non si trovano nello studio!
4. La marginalità del beneficio per la Valsugana. Anche qua lo studio di PWC giunge a conferma dei dati già noti (lo studio dell?Università per la Comunità della Valsugana, il progetto di fattibilità del 2019, l’ultima risposta del Presi-dente ad una mia interrogazione) si sposterebbero circa 6000 veicoli su un-totale ampiamente superiore ai 40.000. Perchè la maggioranza del traffico della Valsugana è endogeno. Lo spostamento però avrà il merito di aggiun-gere il 7% di traffico sull’A22, che come tutti riconosciamo già è satura. E i dati ci dicono che sull’A22 ben il 25% dei mezzi è pesante.
5. L’effetto leva economico che si immagina sempre dal punto di vista para-metrico. In primo è abbastanza facile osservare che tale effetto ci sarebbe con qualsiasi forma di lavoro pubblico, ad esempio 3mld investiti sul poten-ziamento della Valsugana intesa come ferrovia non farebbero indotto? E poi quanto di quell’indotto investirebbe le imprese locali? E ancora facciamo le opere per dare lavoro?
6. L’effetto sul turismo, si ipotizza un aumento del 20%. Su che basi, di che tipologia. Ma veramente pensiamo che i turisti affrontino 30 chilometri di gallerie per venire in Trentino, ai costi che avrà usare quell’autostrada? E poi veramente l’obiettivo sono i numeri e si pensa che la nostra attrattività si basi sul recupero di 20 minuti di strada?
7. L’orizzonte della realizzazione dell’opera. Qua è interessante la cantonata dello studio PWC commissionato dalla Giunta, che pur esplicitando che i dati progettuali sono quelli del progetto del 2019, mette un dato completa-mente sbagliato. Il progetto parla di 7 anni il tempo di cantiere quando il progetto di fattibilità 2019 per l’uscita a Rovereto commissionato da Fugatti parla di 4.336 giorni per il cantiere quindi 12 anni senza imprevisti più i tempi progettuali e d’appalto. Mi pare più verso i 20 anni l’orizzonte della messa in esercizio!
E poi ci sono i perché aggiuntivi su tracciato di Rovereto sud:
1. Innanzitutto le questioni ingegneristiche, geologiche, idriche, ambientali esplicitate chiaramente nello studio 2019 non c’è bisogno di ulteriori studi basta leggere. Oppure predere atto che RFI han rinunciato alla galleria sotto il Pasu-bio per queste fragilità.
2. L’assurdo trasportistico nel allungare lo sbocco a nord, si compie letteral-mente una curva con il risultato di aumentare il tratto di a22 percorso con tutte le conseguenze del caso.
3. I non benefici per la zona della Vallagarina, si parla di rilancio della zona industriale e benefici per l’agricoltura del basso trentino, e non si trova una pezza d’appoggio di queste affermazioni, che sono esse si solo ideologiche.
4. Non ultima la ferma opposizione del territorio, documentata e netta. Corale. Ma dove è finito l’ascolto del territorio tanto sbandierato dalla Giunta?
Le forzature propagandistiche della Giunta
C’è un ostinazione da parte della maggioranza nel dire che oggi si parla solo di una questione urbanistica, per sfuggire all’imbazzo rispetto al progetto de-vastante su Rovereto sud commissionato dalla giunta e vera motivazione della variante al PUP. Ma ciò è smentito dalle dichiarazioni del Presidente Fugatti che ha più volte ribadito che o la Valdastico si farà con uscita a Rovereto o non si farà. Quindi non prendiamo in giro gli elettori.
Diciamo poi anche chiaramente che l’accordo con lo Stato per l’uscita di Ro-vereto sud non c’è, lo Stato non ha mai firmato la richiesta della Giunta del 2019. Ci sarà un motivo. Questa procedura urbanistica rischia quindi di essere illegittima ed inutile.
Ad ulteriore conferma di come quello a cui stiamo assistendo sia un teatrino propagandistico, dal bilancio di Abertis, che dovrebbe pagare l’opera si ricava una previsione di poco più di due miliardi di euro e voi sostenete un progetto che già sulla carta ne costa 3,3. Vi pare serio?
State in fondo facendo solo il gioco dei concessionari dell’A4, che hanno la necessità di arrivare alla scadenza della proroga del 2026, oltre che di una porzione molto limitata del Veneto, non l’interesse del Trentino.