Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 6040 – Sul personale medico e non che ha sollevato obiezione di coscienza relativamente ad interventi di interruzione di gravidanza
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Interrogazione n. 6040 – Sul personale medico e non che ha sollevato obiezione di coscienza relativamente ad interventi di interruzione di gravidanza

Ill.mo Signor

Bruno Dorigatti

Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

 

Interrogazione  n.  6040

 

In questi giorni ricorre il quarantesimo anniversario della legge 22 maggio 1978 n. 194 Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza.

Secondo i dati raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle interruzioni volontarie di gravidanza, che vede impegnati l'Istituto superiore di sanità (Iss), il Ministero della Salute e l'Istat da una parte, le Regioni e le Province autonome dall'altra, gli aborti volontari sono in costante diminuzione e si sono dimezzati dal 1982, anno in cui si era riscontrato il numero più alto.

Un altro dato interessante emerge dal confronto tra la situazione italiana e quella del resto d’Europa occidentale con le giovani donne italiane che risultano essere quelle che ricorrono meno all’interruzione volontaria della gravidanza rispetto alle coetanee di altri Paesi.

Assieme a questi dati positivi, a quaranta anni dall’approvazione della legge, si mantiene difficile, ed in costante peggioramento, la questione relativa all’obiezione di coscienza. La situazione è diversa nelle varie regioni d’Italia: secondo il Ministero della salute (dati riferiti al 2016) si va da regioni come il Molise, con il 93,3 per cento di ginecologi obiettori, alla Valle d’Aosta, l’unica sotto il 50 per cento di obiettori.

Il problema non riguarda solo i ginecologi, anche il cinquanta per cento circa degli anestesisti si dichiara obiettore, anche qui con rilevanti diversità regionali.

L’indisponibilità di personale medico e paramedico disponibile a prendersi cura anche delle donne che ricorrono all’interruzione volontaria della gravidanza può limitare di fatto il diritto alle scelte riproduttive e alla salute di molte donne, costringendole a ricorrere a pratiche meno sicure se non pericolose o a rivolgersi a strutture mediche lontane, magari di altre Regioni.

 

Tanto premesso

interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente

per sapere:

  1. quale è il numero e la percentuale di medici ginecologi, di anestesisti e di personale non medico che hanno sollevato obiezione di coscienza ad interventi di interruzione volontaria della gravidanza;
  2. quale è il trend che si registra in Provincia di Trento in merito al numero di medici e di personale non medico che sollevano obiezione di coscienza;
  3. se tutte le richieste di interruzione volontaria di gravidanza sono state tempestivamente accolte dal sistema sanitario trentino e se la disponibilità di medici non obiettori è risultata sufficiente alle necessità sanitarie riscontrate;
  4. quali sono le prospettive per i prossimi anni in Trentino anche in considerazione della tendenza nazionale all’aumento degli obiettori.

 

cons. Alessio Manica

 

Trento, 4 giugno 2018

 

A norma di regolamento chiedo risposta scritta.

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