Alessio ManicaTemi Acqua Interrogazione n. 4366/XVI – Indagine di Le Monde sulla presenza di Pfas

Interrogazione n. 4366/XVI – Indagine di Le Monde sulla presenza di Pfas

Trento, 07 marzo 2023

Interrogazione a risposta scritta n. 4366/XVI

Dati dell'indagine di Le Monde sulla presenza di perfluoroalchilici (Pfas) nell'ambiente tra cui anche in zone del Trentino

Nelle scorse settimane il quotidiano francese Le Monde ha realizzato un’inchiesta sulla presenza di Pfas nell'ambiente, individuando delle zone cosiddette “attenzionate", tra cui anche alcune zone del Trentino. I PFAS sono perfluoroalchilici, composti impermeabilizzanti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Le loro proprietà e caratteristiche chimiche hanno però conseguenze negative sull’ambiente e a causa della loro persistenza e mobilità, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi. Si tratta di un inquinante inodore, incolore, insapore ed estremamente volatile. Sono note come «sostanze chimiche permanenti», in quanto sono estremamente persistenti nel nostro ambiente e organismo. Se rilasciato nell'acqua o nell'aria o nel terreno può portare a effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro. L’inchiesta ha individuato 17.000 siti europei di contaminazione certa e 21.000 siti di contaminazione potenziale. Come riportato da un quotidiano locale, anche le zone individuate dall’inchiesta in Trentino sono molte, ma per fortuna buona parte dei casi i livelli sono sotto la soglia sicurezza. Tra queste “a Darzo (foce del Lora) si hanno 10 nanogrammi/litro di Pfas e Pfos (della famiglia dei Pfas) nelle acque di superficie. A Storo (Località Piana De Rode - Pozzo Gaggio) siamo a quota 13 ng/litro. Su un sito industriale di Arco si schizza a quota 451.6 ng/litro di Pfas e a 85.6 di Pfos + Pfoa (acque superficiali). Il limite europeo per i Pfos - notiamo - è di 30 ng per le acque potabili ma scende a 0,65 ng quale soglia di qualità per il resto dell’acqua. A Villa Lagarina (Molini Foce) il livello di Pfas in acqua superficiale è di 81.9 ng, di Pfos è di 53.5 ng. A Pergine Valsugana la presenza accertata è di 12 ng/l di Pfas e pure di Pfos. A Trento città queste sostanze sono state individuate alla foce del Rio Lavisotto (12 ng/l sia per Pfas che per Pfos). Un presunto inquinamento (questa la formula usata dai giornalisti scientifici francesi) si ha all’altezza del depuratore sud e dell’aeroporto di Mattarello.” Due delle principali zone di inquinamento delle acque superficiali secondo Le Monde sono a Villa Lagarina (81,9 nanogrammi/litro) e ad Arco (451,6 nanogrammi/litro). In data 03/03/2023, la Provincia ha dichiarato che “sul tema della qualità delle nostre acque e in particolare sulla presenza dei composti PFAS, attraverso APPA, il monitoraggio è costante ed attento. Bisogna però fare attenzione a non mescolare i dati: si rischia infatti di fare confusione e di creare solo allarmismo.” Nel comunicato 590/2023 si trovano poi una serie di elementi che “possono chiarire meglio quanto si sta facendo e che intendono fare luce su alcuni dubbi che alcune interpretazioni giornalistiche legate all’inchiesta di Le Monde hanno sollevato”. Primo elemento, “sui PFAS APPA è da tempo al lavoro nell’ambito del monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee. I Settori Qualità Ambientale e Laboratorio di Appa dal 2018 ad oggi hanno raccolto ed analizzato 12 molecole diverse di questi composti su circa 1.600 campioni ufficiali, con risultati trasmessi annualmente nei confronti di ISPRA e quindi delle istituzioni europee. Molti dei risultati esposti dall’inchiesta di Le Monde, derivano proprio da questo flusso dati ufficiale. Va fatta poi chiarezza sulle modalità di esposizione dei dati, sui livelli di contaminazione e conseguentemente sulle valutazioni di criticità che riguardano il territorio provinciale: ogni specie di PFAS ha propri limiti di concentrazione e non possono essere aggregati per fornire un quadro generale complessivo. Dei PFAS la molecola più preoccupante è il PFOS, rientrante nelle sostanze più pericolose da ridurre prioritariamente secondo le indicazioni date dall’Europa agli Stati membri. Mentre PFOA e altre molecole della stessa famiglia – in ogni caso anche queste attentamente monitorate – hanno limiti molto superiori, di tre o quattro ordini di grandezza rispetto al PFOS. Di qui dunque la prima indicazione di non confondere tra loro le molecole afferenti alla famiglia dei PFAS, non vanno sommati fra di loro perché hanno effetti diversi e sono soggetti a limiti di legge specifici per ciascuna tipologia.” Poi però, secondo elemento, “Ci sono alcune situazioni territoriali che necessitano di maggior attenzione e che Appa sta seguendo in modo approfondito. Per la zona del Basso Chiese anche attraverso un contributo dell’Università di Trento si sta approfondendo la tematica e comunque - in attesa degli esiti degli studi - con la collaborazione degli Enti locali interessati e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari sono attentamente verificate tutte le situazioni di utilizzo delle acque interessate per prevenire qualsiasi potenziale impatto sulla salute dei cittadini. Anche per quanto riguarda le acque di falda del territorio del Comune di Rovereto sono in corso le fasi autorizzatorie volte a definire i potenziali rischi e conseguentemente gli interventi di bonifica e ripristino delle aree fonte dell’inquinamento, sempre garantendo in queste fasi preliminari la massima attenzione e controllo sulle forme di utilizzazione in atto. In termini generali va però precisato che a livello di contesto territoriale complessivo non si riscontrano situazioni di criticità o che presentino elementi tali da generare preoccupazione. Il discorso vale anche per il Chiese, che non risulta in una situazione tale da destare allarme per la salute dei cittadini, anche se la condotta dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari rimane rigidamente ancorata al principio di precauzione che impone una sorveglianza continua e approfondita.” Infine, terzo elemento, “la trasparenza, che è pienamente garantita. Sono a disposizione del pubblico sul sito internet dedicato e comunque liberamente accessibili da chiunque vi abbia interesse tutti i dati dell’attività di APPA come ad esempio il Piano di Tutela delle Acque recentemente approvato (2022), e in ogni caso l’attuale rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee (quasi 200 punti per il sessennio 2020-2025) è studiata e già utilizzata per valutare la qualità ambientale in generale e per intercettare i segnali delle eventuali criticità riguardanti le sostanze pericolose prioritarie segnalate dall’Europa. APPA resta sempre a disposizione delle Istituzioni e della cittadinanza per fornire e illustrare i dati ambientali e le informazioni che si possono da questi desumere.” Sentito recentemente dalla stampa locale, Gianluca Liva, giornalista scientifico e membro italiano dell’equipe di cronisti di Le Monde, alla domanda “Qui l'Appa in un primo momento ha detto che non aveva notizia delle contaminazioni segnalate da voi. E i sindaci lo hanno saputo leggendo il nostro giornale” ha risposto dicendo che “Questo mi stupisce. Anche nel caso del Trentino abbiamo avuto i dati ufficiali: ho tutte le cifre e le localizzazioni sui messaggi di posta elettronica certificata. Questo è cosa certa. I dati non si possono contestare”. Pare inoltre che uno dei documenti inviati da Appa sia datato 17 gennaio 2023.

Tutto ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere

  1. se è a conoscenza dei fatti su descritti;
  2. se corrisponde al vero che i dati su cui si basa l’indagine di Le Monde sono stati forniti da APPA;
  3. se i dati di ISPRA e di APPA in materia coincidono;
  4. se APPA ritiene che i dati dello studio di Le Monde siano corretti o meno;
  5. se si, se ritiene di avviare degli approfondimenti e quando;
  6. se nel Piano di Tutela delle Acque 2022-2027 sono riportati i dati relativi ai PFAS rilevati nelle acque del Trentino;
  7. se no, perché.

A norma di regolamento si attende risposta scritta.

cons. Alessio Manica