Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 3776/XVI – Affrontare la crisi sanitaria del Trentino

Interrogazione n. 3776/XVI – Affrontare la crisi sanitaria del Trentino

Trento, 08 giugno 2022

Interrogazione a risposta scritta n. 3776

Cosa ha fatto la Giunta per scongiurare la grave situazione della sanità trentina?

La situazione del servizio sanitario trentino appare sempre più grave e preoccupante. C’è una forte e diffusa carenza di personale a tutti i livelli; importanti servizi faticano ad operare, soprattutto sul territorio; le liste di attesa si allungano; la tanto annunciata riforma dell’APSS non decolla e si sta aprendo la sanità pubblica sempre di più al settore privato, con il rischio di aprire le porte ad un latente processo di privatizzazione della sanità pubblica. Emblematica risulta essere in tal senso la situazione dei Pronto Soccorso. In totale, in Trentino, a fronte di una necessità di 122 medici in servizio ce ne sono 85. Le situazioni più critiche sono a Trento e Rovereto. A Trento a fronte di una necessità di 28 medici ce ne sono 17, di 82 infermieri ce ne sono 74 e di 40 Oss ce ne sono 34. A Rovereto mancano invece la metà dei medici. La situazione è talmente critica che a Rovereto di recente i medici hanno presentato all’APSS la possibilità di dimettersi in blocco. Da un recente studio condotto dal Cimo Fesmed, il sindacato dei medici, è emerso con riferimento al Trentino un quadro molto preoccupante. A tal proposito la dottoressa Sonia Brugnara, oncologa e segretaria del Cimo, ha dichiarato che “si pensa che il Trentino, terra di autonomia, abbia le condizioni migliori. Ma dal sondaggio è emerso che la PAT ha registrato un quadro a tratti anche peggiore rispetto alla media nazionale. Il disagio è molto alto e il paradosso è che molti vedono come unica soluzione per migliorare la loro condizione quella di licenziarsi e passare alle strutture private”. A fronte della minaccia di dimissioni in blocco dei medici di Rovereto l’Assessora Segnana - da quattro anni grande assente soprattutto per quanto concerne il governo della sanità trentina, nonostante ne abbia la competenza – ha fatto una comparsata all’Ospedale di Rovereto. In questa occasione ha dichiarato che la Giunta è “consapevole delle difficoltà dei pronto soccorso degli ospedali trentini, legate a una carenza di professionisti cronica e diffusa in tutta Italia. Stiamo davvero mettendo tutto il nostro impegno per dare respiro ai medici impegnati qui, come altrove, per consentire loro di usufruire dei periodi di riposo estivi, che saranno in ogni caso garantiti, e per individuare soluzioni nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo”. La soluzione proposta dal direttore dell’APSS Benetollo è stata quella di inserire in organico liberi professionisti e personale medico delle cooperative, dando forza in tal senso al tentativo della Giunta provinciale a trazione leghista di avviare anche in Trentino, come fatto dalla Lega in altre Regioni una su tutte la Lombardia, un pericoloso processo di privatizzazione della sanità pubblica. L’Assessore Segnana continua a prospettare importanti scelte per risolvere al più presto una situazione che se si è certo aggravata con la pandemia Covid-19 non era rosea nemmeno prima e che si poteva comunque prevedere in progressivo peggioramento. Sono però quattro anni che l’Assessore ha la responsabilità sul sistema sanitario e ciò nonostante siamo ancora ai “vedremo”, “faremo”, “risolveremo”. Peccato che l’urgenza sia oggi, non domani.

Tutto ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere

  1. cosa ha fatto da ottobre 2018 ad oggi per evitare la situazione emergenziale che affligge il sistema sanitario trentino ed in particolare i Pronto Soccorso di Trento e Rovereto;
  2. se condivide la scelta di APSS di avvalersi di liberi professionisti e medici di cooperative;
  3. se non intravede il rischio di una progressiva privatizzazione del sistema sanitario pubblico trentino.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

cons. Alessio Manica