Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 3584/XVI – Immissione nei torrenti trentini di specie ittiche

Interrogazione n. 3584/XVI – Immissione nei torrenti trentini di specie ittiche

Trento, 25 marzo 2022

Interrogazione a risposta scritta n. 3584

Quando saranno fornite risposte puntuali ai Pescatori trentini in merito all’immissione delle specie indicate nella Carta Ittica e nei Piani di Gestione?

Con il DM 02/04/2020 è stata recepita la cosiddetta “direttiva Habitat” ed è stata regolamentata l'immissione di specie autoctone ed alloctone nelle acque italiane. Questa considera alloctone le specie presenti dal 1500 e limita quindi molto l’immissione nelle acque di specie ittiche non autoctone, tra cui trote fario, salmerini, coregoni e barbi.

Tale previsione mette in forte difficoltà il settore della pesca e ancora di più in Trentino, dove i pescatori sono concessionari per conto della PAT delle attività di allevamento ed immissione e dove le Associazioni hanno speso enormi risorse per gli incubatori di valle e le pescicolture.

Per questo motivo in data 26 gennaio 2022 ho depositato una prima interrogazione a risposta scritta (n. 3401/XVI), avente ad oggetto “Reintroduzione e ripopolamento delle specie ittiche autoctone a seguito del decreto ministeriale del 2 febbraio 2020 e suo impatto sulla stagione di pesca 2022”, alla quale non è stata finora fornita risposta.

In data 02 marzo 2022 ho quindi depositato una seconda interrogazione (n. 3513/XVI), questa volta a risposta orale immediata, che è stata trattata nella seduta del Consiglio provinciale del 08 marzo 2022.

In questa si ricordava che a novembre 2021 i pescatori trentini hanno chiesto alla PAT di avere precise indicazioni circa la destinazione del materiale ittico non autoctono, considerato quindi illegale, e dicendo che avrebbero avviato una valutazione per verificare il permanere delle condizioni necessarie ad una corretta prosecuzione nella gestione delle acque provinciali e della fauna ittica in sostituzione della PAT. In particolare nella richiesta scritta delle Associazioni dei pescatori si legge che "chiediamo e pretendiamo dall'Assessore competente e dal Servizio foreste fauna della Provincia autonoma di Trento di avere precise indicazioni per iscritto entro il mese di novembre circa la destinazione del materiale ittico non autoctono oggi presente negli impianti delle associazioni di pesca trentine. Precisiamo che il materiale prodotto nei prossimi mesi non sarà possibile inserirlo in ambiente entro la fine del corrente anno." Si legge inoltre che in subordine “le associazioni di pesca trentine avvieranno al loro interno una valutazione, alla luce delle nuove disposizioni, per verificare il permanere delle condizioni necessarie ad una corretta prosecuzione nella gestione delle acque provinciali e della fauna ittica, in sostituzione del proprietario, anche in previsione delle minori risorse economiche che molto probabilmente non ci consentiranno di mantenere l'attuale organico di personale, per primo quello non sostenuto con contribuzione provinciale."

Con la legge di bilancio statale 2022 è stato poi costituito il “Nucleo di Ricerca e Valutazione” ed è stato previsto l’aggiornamento delle carte ittiche e la definizione delle specie ittiche d'acqua dolce di interesse alieutico riconosciute come autoctone per regioni e bacini.

Facendo riferimento ai contenuti dell’interrogazione n. 3401/XVI, con l’interrogazione n. 3513/XVI ho chiesto alla Giunta di sapere quale fosse la situazione aggiornata; cosa ha fatto la Giunta per ovviare alle problematiche derivanti dall’adozione del DM e se sono state fornite alle Associazioni pescatori le rassicurazioni richieste.

All’interrogazione immediata ha risposto in Aula l’Assessore Zanotelli, illustrando nel dettaglio quanto fatto dalla Provincia pare in collaborazione con le Associazioni dei Pescatori e dichiarando tra le altre cose che “si è arrivati con il decreto Milleproroghe alla possibilità di immissione di queste specie fino alla fine del 2023” e che “non si deve abbassare la guardia rispetto al contesto perché si tratta di una proroga di due anni”. Ha poi aggiunto che come Provincia “siamo stati gli unici” a “inserire una norma che prevede la presentazione dello studio del rischio con un passaggio ad ISPRA e non più al Ministero”, cosa questa che “ci consente di accorciare le tempistiche” e lavorare “fin da subito sulla presentazione dello studio del rischio che abbiamo già condiviso con i rappresentanti del mondo della pesca”, anche con riferimento a ciò che sarà dopo la scadenza della proroga nel 2023. A chiosa l’Assessore ha infine dichiarato che si è “riusciti ad aprire uno spiraglio grazie alla nostra Autonomia”.

Tutto bene quindi? A leggere la nota del 24 marzo 2022 a firma delle Associazioni Pescatori Alto Chiese, Alto Sarca, Basso Sarca, Cavalese, FALC; Fersina Alto Brenta, FIPSAS, Grigno, Levico Terme, Madonna di Campiglio, MadranoCalzolino, Moena, Molina Castello di Fiemme, Molveno, Pinè, Primiero, Roncone, Scurelle, Solandri, Storo, Torrente Dal, Trentini, Tuenno, Val di Non, Vallagarina, Valle di Fassa, Val di Fiemme, Valle di Ledro, Valle di Tesino, Valsugana e Vanoi, rappresentate da Federazione Pescatori Trentini, FIPSAS Sezione Provinciale di Trento, Magnifica Comunità Val di Fiemme e Unione Pescatori Trentini, non si direbbe affatto.

In questa si legge infatti che “il mondo della pesca Trentino è in fermento per la stagione, viste le continue notizie discordanti che giungono alle Associazioni, rispetto alla possibilità di immissione nelle acque trentine di salmonidi diversi dalla trota Marmorata.” Nella nota si ricorda che “Tutte le acque correnti e lacustri sono gestite o per meglio dire coltivate, da associazioni di volontariato su concessione della Provincia Autonoma di Trento, titolare dei diritti di pesca tranne nel caso di alcuni comuni che li conservano così come la Magnifica Comunità di Fiemme e Primiero. Sono ben 18 gli impianti ittiogenici costruiti e gestiti in Trentino grazie al contributo della Provincia, ma soprattutto con l’impegno finanziario e di volontariato delle Associazioni e dei loro soci. La realizzazione di tali impianti si è resa nel tempo necessaria per fornire indispensabile sostegno alle popolazioni di salmonidi presenti nelle acque, sempre più minacciate da continue incursioni di uccelli ittiofagi, inquinamento ed eventi calamitosi estremi, che potrebbero causarne l’estinzione o renderle quantomeno specie rare. Tutto il materiale prodotto e selezionato sotto l’attento controllo dei tecnici della PAT, viene immesso nelle acque in concessione e in nessun caso destinato a pescicolture commerciali o utilizzato per scopi differenti dal sostentamento della ittiofauna selvatica.”

Segue quindi un breve excursus delle normative che si sono susseguite e che oggi impediscono l’immissione, tra cui da ultimo l’approvazione da parte del Parlamento di un secondo emendamento che prevede una deroga al divieto di immissione fino al 31 dicembre 2023, termine coincidente con i tempi necessari all’individuazione delle specie autoctone da parte della commissione nazionale.

La nota prosegue dicendo che proprio “L’emanazione di questo ulteriore emendamento ha indotto molte Regioni ad adottare subito provvedimenti legislativi o amministrativi che di fatto concedono l’immissione nelle acque di trote fario, iridee, lacustri, etc tra le quali: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Marche, Umbria, Toscana e Provincia Autonoma di Bolzano. Non si ha ad oggi un quadro chiaro di quanto stia avvenendo nelle regioni del Centro-Sud Italia” e che “Contrariamente a quanto sta avvenendo nelle altre regioni del Nord Italia, le Associazioni della Provincia Autonoma di Trento non hanno ad oggi la possibilità di immettere le suddette specie nelle proprie acque poiché non è stato ancora adottato alcun provvedimento dalla parte politica, sebbene sollecitato più volte.”

I firmatari ricordano quindi nella nota che “Molti sono i confronti avvenuti negli ultimi mesi tra la Provincia e le Associazioni di secondo livello: nel mese di ottobre 2021 in occasione dell’incontro con il Comitato Pesca è stato consegnato un documento sottoscritto da tutte le realtà di pesca (Federazione Pescatori Trentini, Unione Pescatori Trentini e Magnifica Comunità della Val di Fiemme), attraverso il quale è stata chiesta e pretesa una risposta scritta entro novembre, rispetto alla gestione del pesce definito ora “alloctono” presente nei nostri impianti. Ad oggi non abbiamo ricevuto ancora una risposta e ci troviamo nella totale incertezza sulla gestione del pesce allevato e già presente in grandi quantità in tutti gli impianti della Provincia. Per evitare di trovarci nella condizione attuale, già lo scorso anno avevamo sollecitato la predisposizione dell’analisi del rischio da parte del Servizio Faunistico da sottoporre ad ISPRA, chiedendo più volte un nostro coinvolgimento nella preparazione del documento, non tanto per gli aspetti tecnici, ma come diretti conoscitori del territorio, delle acque e delle specie che le popolano. Il documento è stato al contrario elaborato in autonomia dal Servizio e sottoposto solo parzialmente alla nostra valutazione pochi giorni prima del previsto invio a ISPRA (14.03.2022). Abbiamo motivo di ritenere che i contenuti non siano confacenti ad una corretta gestione delle acque rispetto alle previsioni della Carta Ittica e dei Piani di Gestione vigenti. Dello stesso avviso sono gli organi tecnici e politici della Provincia, pertanto abbiamo chiesto una rivisitazione urgente del documento. Sembrerebbe che sia stata finalmente recepita l’importanza del nostro coinvolgimento nella stesura del documento, ma abbiamo di fatto perso mesi preziosi che sicuramente per il 2022 comprometteranno la stagione di pesca.”

La nota si conclude dicendo che “visto e considerato che per il combinato e disposto delle varie normative e circolari sopra indicate, di fatto si è creato un vuoto legislativo in riferimento all’identificazione delle specie alloctone, l’unico documento sostenuto e approvato da legge provinciale è la Carta Ittica della Provincia Autonoma di Trento e i relativi piani di gestione, che identificano le specie autoctone nel nostro territorio. Laddove si applicasse la Carta Ittica, non vi sarebbe la necessità di emanare ulteriori urgenti provvedimenti legislativi da parte degli organi politici provinciali, in attesa delle risultanze relative all’identificazione delle specie alloctone da parte del Comitato Nazionale. L’applicazione della Carta Ittica consentirebbe al contempo l’adozione di provvedimenti amministravi finalizzati all’immissione nelle nostre acque dei pesci indicati nei documenti di gestione della pesca trentina, come fatto fino ad oggi. Nello specifico la Carta Ittica della Provincia di Trento, che è documento cardine della gestione della fauna ittica provinciale, riconosce oltre alla Trota marmorata anche la Trota fario, la Trota lacustre, il Salmerino alpino e il Lavarello (che a sensi della norma europea non sono da considerarsi "specie invasive") come specie autoctone o comunque stabilmente e da lungo tempo acclimatate da sostenere a mezzo di opportune semine tanto che negli anni le nostre associazioni si sono strutturate anche con importanti investimenti pubblici e privati e sono state beneficiate di adeguati contribuiti e sostegni economici provinciali al fine di sostenere le popolazioni anche di queste ultime specie nelle acque del nostro territorio.”

In tal senso i firmatari chiedono che “venga confermata da subito l’applicazione della Carta Ittica fin quando non vengano identificate dal tavolo di lavoro nazionale le specie alloctone e autoctone riferite al territorio provinciale; al Consiglio Provinciale di impegnare la Giunta Provinciale ad approvare urgentemente un documento che consenta l’immissione delle specie indicate nella Carta Ittica e nei Piani di Gestione; una risposta immediata e scritta rispetto alla gestione del materiale giacente negli impianti delle associazioni, al fine di scongiurare la moria di un considerevole numero di materiale di pregio.”

In chiusura nella nota si legge che “Alla luce delle difficoltà sopra descritte, laddove perdurasse l’attuale impossibilità di immissione nelle acque in concessione, ogni Associazione valuterà se continuare o meno nella coltivazione delle acque e nella gestione degli impianti ittiogenici non solo delle specie oggi definite alloctone ma anche della marmorata” e che “Verrà inoltre fatta nel breve periodo una valutazione unitaria in merito all’eventualità di sospendere la pratica della pesca in tutto il territorio provinciale, al fine di tutelare le popolazioni attualmente presenti nelle nostre acque sino all’emissione di un provvedimento che consenta l’introduzione di materiale ittico.”

Tutto ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere

  1. se è a conoscenza della nota delle Associazioni Pescatori di data 24/03/2022;

  2. perché nella risposta fornita in data 08/03/2022 all’interrogazione n. 3513/XVI è stata descritta una situazione profondamente diversa da quella rappresentata nella citata nota dei Pescatori;

  3. perché in questo complicato processo si è deciso di coinvolgere il mondo della pesca trentina solo marginalmente e tardivamente;

  4. perché non è ancora stata fornita ai Pescatori una risposta scritta rispetto alla gestione del materiale giacente negli impianti delle associazioni, al fine di scongiurare la moria di un considerevole numero di materiale di pregio;

  5. se, come e quando intende intervenire per consentire ai Pescatori l’immissione delle specie indicate nella Carta Ittica e nei Piani di Gestione.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

cons. Alessio Manica