Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 3042/XVI – Diffusione del bostrico nei boschi trentini

Interrogazione n. 3042/XVI – Diffusione del bostrico nei boschi trentini

Trento, 24 settembre 2021

Interrogazione a risposta scritta n. 3042

Come arginare la diffusione del bostrico nei boschi trentini?

Come noto e ampiamente previsto, la tempesta Vaia ha portato con se oltre alla distruzione immediata dei boschi trentini anche un fenomeno molto dannoso e a "scoppio ritardato" qual'è la diffusione del bostrico, parassita che porta alla rapida morte delle piante intaccate. Partendo dalle piante schiantate il parassita attacca le piante ancora in piedi, diffondendosi rapidamente ad ampi tratti di bosco che non possono a quel punto avere altro destino se non il taglio. Un fenomeno questo che sta creando molti danni, che si sommano in maniera pesante a quelli già ingenti provocati in modo diretto dalla tempesta Vaia. Come risulta dal comunicato n. 2405 della Provincia Autonoma di Trento dello scorso 05/0972021, i monitoraggi confermano la forte diffusione dell'insetto endemico soprattutto nei boschi del Trentino orientale. Nel comunicato si legge in particolare che “la presenza dell'insetto endemico, che appare in crescita in tutta Europa, prosegue a 3 anni di distanza dalla tempesta Vaia anche sul territorio provinciale ed in particolare nella zona orientale, dove la popolazione di abete rosso sopravvissuta alla forza distruttrice del maltempo sta mostrando sempre più frequentemente i tipici segni di ingiallimento e arrossamento della chioma. I più colpiti sono i distretti di Pergine Valsugana, Borgo Valsugana, Cavalese e Primiero. Ad oggi sono dunque già 135mila i metri cubi di legname assegnati dalla Provincia autonoma di Trento alle aziende boschive e destinati al taglio nel corso del 2021, nell'ambito dell'attività condotta dai distretti forestali. I numeri relativi agli alberi colpiti quest'anno dal bostrico sono comunque molto più elevati: il conto finale del materiale danneggiato sarà disponibile solo a fine anno.” I dati delle “trappole”, stando a quanto riferito, stanno confermando la forte diffusione del bostrico, che non è stata rallentata nemmeno dallo sfavorevole andamento stagionale caratterizzato da basse temperature e frequenti eventi piovosi. Il comunicato della PAT continua dicendo che “Le esperienze dei paesi mitteleuropei hanno dimostrato che è necessario aspettare circa 5-6 anni dagli schianti per iniziare a vedere una graduale diminuzione delle pullulazioni. Un dato indicativo, che dipende strettamente dalle azioni preventive messe in atto e, non secondariamente, dagli andamenti stagionali. Accanto alla rimozione del materiale danneggiato attraverso le consuete attività gestionali del bosco, fondamentale è agire preventivamente, in particolare nelle zone dove la pullulazione non è ancora diffusa, con la rimozione delle piante colonizzate entro la prossima primavera. Di fatto l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico.” È evidente che la custodia dei boschi vede livelli molto diversi di attenzione tra le proprietà pubbliche e quelle private, con il grosso rischio che che le seconde se non oggetto di coltivazione per la vendita rimangano dimenticate e vengano quindi a costituire un potenziale focolaio per la diffusione del fenomeno. Risulta in tal senso necessario, vista la continua diffusione del bostrico e il rischio per i boschi trentini, rafforzare il controllo ed il monitoraggio, anche supportando i privati nell’individuazione del problema e nell’indicare le strategie di contenimento della diffusione.

Ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere:

  1. quali sono i numeri reali della diffusione del bostrico in Trentino;
  2. in che modo sono organizzati e effettuati i controlli e i monitoraggi da parte del Servizio forestale o di altri soggetti;
  3. se e in che modo i monitoraggi riguardano anche boschi privati;
  4. se sia stato attivato un servizio di allerta dei proprietari fondiari in relazione ai focolai individuati per invitare al rapido esbosco onde evitare la diffusione del contagio;
  5. se siano state fatte o sono in programma campagne di comunicazione o incontri informativi sul fenomeno e sulle iniziative da mettere in pratica per arginarne la diffusione.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

cons. Alessio Manica