Interrogazione n. 2926/XVI – Salute e sicurezza sul lavoro
Trento, 25 agosto 2021
Interrogazione n. 2926/XVI
Salute e sicurezza sul lavoro: la competenza trasferita dalla Giunta Provinciale dalla Sanità al Lavoro nel disinteresse dell'Assessorato alla salute
La Giunta provinciale ha deliberato in data 9 luglio 2021 (del. n. 1142/21) la modifica dell'atto organizzativo della Provincia trasferendo le “competenze in materia di promozione della salute e sicurezza sul lavoro dal Dipartimento Salute a quello della Ricerca e lavoro”. Benché la delibera faccia riferimento al passaggio dalla Sanità al Lavoro della gestione del Comitato provinciale di coordinamento in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro, di cui all’art. 7 del D.Lgs 81/08, in realtà ad essere trasferita è l’intera competenza della salute e sicurezza sul lavoro. Non risulta ci sia stato un confronto con le parti sociali, con gli Enti e con i soggetti interessati, anche se “il provvedimento è stato trasmesso, per la prevista informativa, alle Organizzazioni sindacali in data 1 luglio 2021”. L’atto deliberativo sembrerebbe adombrare inefficienze del Dipartimento Salute (e quindi anche dell’Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro) in merito alla materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL): “L'esperienza maturata ha fatto tuttavia emergere aspetti della conduzione delle questioni amministrative e tecniche che il Dipartimento salute e politiche sociali ad oggi presidia, che suggeriscono una ricollocazione della materia”. Nella delibera si sostiene che “il principale compito esercitato dal Dipartimento (Salute) è costituito dall'esercizio della segreteria tecnica del Comitato provinciale ...” operando una minimizzazione del ruolo del Dipartimento Salute in tema di Salute e sicurezza sul lavoro che, se non espressione di bella ignoranza, risulta forse funzionale a far passare il trasferimento della competenza come una semplice azione tecnico-amministrativa relativa alla segreteria del Comitato. Si afferma che “Tutto il resto (oltre la segreteria del Comitato ndr) dell'attività materiale inerente la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, è esercitata dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari.” Non si tratta di cose da poco: la programmazione, i piani operativi, gli indirizzi e la verifica degli obiettivi, l’integrazione con l’insieme della prevenzione (Piano della Prevenzione) e della sanità rientrano tutti nell'attività del Dipartimento Salute. La delibera va anche letta insieme ad un’altra recente deliberazione, la n. 1638 del 18 ottobre 2019, che ha costituito un “Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro” dentro l’UMSE “Rete dei servizi e pari opportunità”. Solo 20 mesi fa la Giunta aveva ritenuto di dover rafforzare l’azione in SSL del Dipartimento Salute inserendola per la prima volta nella sua declaratoria e creando un Ufficio con un direttore. Occorre osservare che, come riportato nella delibera 1368/19, benché “il dipartimento competente in materia di sanità e salute [abbia] gestito nel tempo … la competenza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”, solo con la creazione dell'ufficio era stata esplicitamente inserita nella declaratoria del Dipartimento Salute la “promozione della salute e sicurezza sul lavoro”. Tra le funzioni dell'ufficio è presente, oltre alla segreteria del Comitato provinciale di coordinamento in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro, la collaborazione all’elaborazione del piano provinciale per la salute e la promozione delle azioni di rete con le associazioni di categoria, la rappresentanza dei datori di lavoro e dei lavoratori, per il miglioramento della cultura della salute e sicurezza sul lavoro. Se lo scopo fosse stato quello di dare maggiore concretezza all’azione del Dipartimento Salute in materia di SSL, sarebbe stata opera meritoria: ma evidentemente si erano fatti male i conti e ora si cambia tutto, addirittura trasferendo una competenza inserita pochi mesi prima. Parerebbe quasi che le intenzioni della Giunta possano essere quelle di correggere e rivitalizzare la scarsa attenzione politica che avrebbe caratterizzato il Dipartimento Salute (e l’Assessorato di Segnana) nei riguardi del Comitato in materia di salute e sicurezza sul lavoro affidandolo al Dipartimento ricerca e lavoro. Infatti, se nei giorni difficili della prima ondata COVID-19 il Comitato è stato mobilitato attivamente con la partecipazione delle parti interessate e degli enti interessati, tutto sembra essersi esaurito nell’estate del 2020. Da allora che il Comitato non più stato convocato, né i lavori avviati sono proseguiti. Addirittura, la composizione del Comitato non è stata aggiornata dal 12 luglio 2019 (DGP 1058), nonostante le modifiche intervenute. La delibera 1142/21 opera una collocazione della materia di SSL dentro la Provincia Autonoma di Trento che è innaturale e incongruente rispetto al quadro nazionale da un punto di vista normativo e istituzionale. Le deboli motivazioni addotte poggiano sul fatto che già il Dipartimento Lavoro gestisce tavoli di confronto tra le parti sociali e che questo offrirebbe l'opportunità di inserire “con la maggior efficacia possibile anche il tema della salute e sicurezza sul lavoro nel novero delle attività che il suddetto Dipartimento porta avanti”. Con questo atto viene operata un’ulteriore riduzione sia delle funzioni in SSL del Dipartimento Salute che del Comitato, trasformando quest’ultimo un’altra sede di confronto tra imprenditori e sindacato e distogliendolo dal svolgere “i propri compiti di programmazione e di indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza nel rispetto delle indicazioni e dei criteri formulati a livello nazionale … al fine di individuare i settori e le priorità d'intervento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro” e le altre funzioni individuate nell’articolo 1 del D.P.C.M. 21 dicembre 2007 Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Far passare il Comitato di Coordinamento per un tavolo di confronto con le parti sociali o è una interessata mistificazione o un ignorante fraintendimento della sua natura e ruolo. Sarebbe come spostare le competenze in tema di sicurezza degli alimenti o degli allevamenti ai Dipartimenti che si occupano di agricoltura o di commercio, perché sono coinvolti produttori, operatori alimentari, esercenti e consumatori. Non ci si nasconde che le spinte a “riportare” la SSL dentro l’ambito del “Lavoro” (cui erano state tolte nel 1978) non si sono mai sopite, anche se l’Italia ha sempre confermato la scelta “sanitaria” del 1978, sulla base dei risultati importanti e originali che in più di 40 anni le Regioni e i Servizi di Prevenzione delle ASL hanno ottenuto, pur operando spesso in un contesto difficile. È paradossale che questo cambiamento avvenga in Trentino, proprio su iniziativa dell’Assessora alla Sanità, ed in un momento in cui ci si rendo conto con sempre maggior chiarezza che la sicurezza e le questioni sanitarie legate al lavoro hanno inevitabilmente un carattere trasversale su moltissimi altri ambiti. Nell’aprile 2020 avevo depositato un’altra interrogazione sullo stesso tema (int. 1469/XVI) nella quale chiedevo, tra l’altro, quali iniziative sono state prese dall’Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro della Provincia in merito alla diffusione della pandemia da Covid-19. Quell’interrogazione giace ancora senza una risposta ufficiale a meno di non dover considerare questo cambiamento e trasferimento di competenze come una conferma dell’inadeguatezza delle funzioni svolte.
Tanto premesso,
interrogo il Presidente della Provincia per sapere:
- per quali ragioni è stato deciso lo spostamento della competenza in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro, dal Dipartimento salute a quello Ricerca e lavoro, che fin dal 1978 (L. 833 – “Istituzione del SSN”) è sempre stata incardinata nella sanità sia a livello nazionale che provinciale;
- con quale logica si è sovvertita l’impostazione che considera la salute e sicurezza sul lavoro come parte integrante della salute della popolazione, facendola invece rientrare in ambiti in cui giocano altri fattori, quali quelli economici e/o contrattuali;
- dal momento che la delibera 1142 prospetta il passaggio dell’Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro dal Dipartimento Salute al Dipartimento Lavoro con quale logica l’ufficio dovrà svolgere quelle funzioni “sanitarie” che solo 20 mesi prima gli erano state attribuite;
- negli incontri del gruppo tecnico interregionale “Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro” che fa capo all’Area Tematica (n. 3) “Prevenzione e Sanità Pubblica” della Commissione Salute (la n. 7) della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (commissione composta dagli Assessori alla Sanità delle Regioni/Province Autonome, in cui si analizzano e si discutono argomenti, atti amministrativi, principali normative in ambito sanitario) il nostro Assessore alla Salute si farà rappresentare per la parte relativa alla sicurezza e salute un ambito lavorativo da un funzionario del Dipartimento Lavoro o da un funzionario del dipartimento Salute;
- come l’Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro incardinato nel Dipartimento Lavoro potrà assicurare “la regia complessiva del sistema, facendo da collegamento tra la pianificazione nazionale e quella provinciale in materia, garantendo la coerenza tra i piani approvati dalla giunta provinciale e i programmi di attività dei servizi preposti” considerando che tali Piani e programmi afferiscono alla sanità;
- quali maggiori garanzie d'integrazione con gli altri ambiti della prevenzione potrà offrire lo scorporamento della salute e sicurezza sul lavoro dal Piano nazionale e provinciale della Prevenzione affidandola alla regia dell’Assessorato al lavoro proprio nel momento in cui (complice anche il COVID) si chiede di rafforzare l’integrazione delle azioni di prevenzione, superando steccati tra le discipline in ottica di “One Health”;
- per quale motivo non è stato ancora data risposta alla mia precedente interrogazione n. 1469/XVI “Cosa ha fatto l’Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro durante la pandemia”.
A norma di regolamento chiedo risposta scritta.
cons. Alessio Manica