
Interrogazione n. 2687/XVI – Nomina di segretari comunali a scavalco d’imperio
Trento, 21 maggio 2021
Interrogazione a risposta scritta n. 2687
La Provincia può spostare i Segretari comunali “di imperio”?
Quella dei Segretari comunali è di certo per la Giunta Fugatti una ciambella venuta senza il buco, che la maggioranza pensava di risolvere nel giro di pochi minuti con un emendamento notturno all’ordinamento regionale, che invece ha portato gravi disguidi e problemi di funzionamento in capo ai Comuni trentini. Come noto infatti è di poche settimane fa la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle norme introdotte su richiesta della maggioranza trentina nel Codice degli enti locali della Regione per l’istituzione dell’albo dei Segretari comunali della sola Provincia Autonoma di Trento, la durata quinquennale del loro incarico, la valutazione sull’operato del segretario da parte del Sindaco e la possibilità di revoca anche nel corso della legislatura con decisione del Consiglio comunale su proposta del Sindaco in caso di valutazione negativa. Nel febbraio 2020 il Governo decideva di impugnare la norma. A causa della faciloneria della maggioranza trentina – condita da dichiarazioni roboanti su quanto gli enti locali avrebbero beneficiato di questo intervento di riforma - si è così creato un vulnus normativo che ha lasciato decine e decine di Comuni trentini senza un Segretario comunale, inficiando l’operatività di molti Municipi. La Corte Costituzionale con la sua sentenza ha riconosciuto la violazione del principio costituzionale dell’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni mediante pubblico concorso, la violazione del principio di uguaglianza, laddove vengono assoggettati irragionevolmente alla medesima disciplina possessori di titoli abilitativi di valenza diversa, e anche la possibilità di revoca dell’incarico da parte del Consiglio comunale su proposta del Sindaco, in quanto il concetto di valutazione negativa privo di qualsivoglia criterio e procedura di garanzia, “mina la necessaria autonomia del Segretario comunale, compromettendo l’imparzialità dell’azione amministrativa che questa figura professionale deve garantire e l’indispensabile equilibrio tra le ragioni dell’autonomia degli enti locali, da una parte, e le esigenze di un controllo indipendente sulla loro attività, dall’altra”. Nel frattempo, in data 18/06/2020, il Consorzio dei Comuni trentini aveva inviato al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e all’Assessore agli enti locali Mattia Gottardi una nota in cui si dice che Ma che, “per effetto della successiva riforma della procedura di reclutamento dei segretari comunali in provincia di Trento, attuata dal Legislatore regionale con l.r. 16 dicembre 2019, n. 8, e della sua successiva impugnativa, da parte del Governo, avanti alla Corte costituzionale, il turn-over delle figure apicali presso le Amministrazioni comunali risulta, ad oggi, di fatto impraticabile.” Questo perché “se da un lato, infatti, la costituzione dell’albo provinciale dei segretari degli Enti locali risulta ancora inattuata dalla Provincia, per via della pendente impugnativa l’assegnazione dei medesimi incarichi secondo le previgenti disposizioni risulta, del pari, impossibile, tenuto conto dell’intervenuta abrogazione della relativa disciplina, disposta dalla data di entrata in vigore della stessa l.r. n. 8/2019 con la sola eccezione dei concorsi già banditi.” Per questo motivo, continuava la nota, “tenuto conto della necessità imperativa, per gli Enti locali, di procedere tempestivamente alla copertura delle sedi segretarili che si rendono vacanti per il pensionamento dei titolari, a pena della sostanziale interruzione dell’operatività dei municipi, si sollecita la Provincia a farsi promotrice, presso il Legislatore regionale, di una norma transitoria, che - nelle more della conclusione del contenzioso costituzionale - consenta l’indizione dei concorsi, secondo la disciplina antecedente all’entrata in vigore della l.r. 16 dicembre 2019, n. 8.” Come detto sopra ora il contenzioso in oggetto è terminato con la dichiarazione di illegittimità della norma da parte della Corte costituzionale. Nel frattempo la maggioranza trentina ha promosso, come richiesto dagli organi di rappresentanza degli enti locali, una norma regionale transitoria per ovviare allo stallo creato dalla stessa maggioranza. Norma transitoria che però non è riuscita ad ovviare al caos generato e a risolvere una situazione di vacanza di sedi segretarili che è sempre più critica. Tanto che ci viene segnalato in questi giorni da diversi Sindaci il ricevimento di comunicazioni formali da parte dei competenti Servizi della Provincia ma anche di messaggi informali direttamente da Dirigente e dall’Assessore competente che informano dello spostamento di imperio del Segretario comunale a scavalco presso un altro Comune momentaneamente scoperto, al fine di consentire assistenza agli organi comunale e garantire la continuità dell’attività amministrativa del Comune interessato. Questa iniziativa, che richiama gli Enti ad una doverosa collaborazione, sembra mettere a nudo da un lato il fallimento della strategia voluta dalla Giunta per modificare in via unilaterale l’ordinamento dei Segretari comunali trentini, ma anche, dall’altra, la limitatezza della strategia scelta dalla Giunta e dalla sua maggioranza di disincentivare ogni progetto di fusione, gestione associata o altra forma di collaborazione e cooperazione istituzionale, in favore di un propagandistico “piccolo è bello” che si scontra come vediamo per i Segretari con la realtà dei fatti. Il tutto ancora in attesa di una riforma ad ampio raggio del quadro istituzionale e dei livelli di governo annunciata dalla Giunta – e persino prevista in norma - ormai anni fa ma mai realizzata.
Tutto ciò premesso,
si interroga la Giunta provinciale per sapere
- se è vero che intende nominare Segretari a scavalco “di imperio”, presso Comuni che sono senza Segretario, imponendo quindi ai colleghi Segretari di altri Comuni vicini di svolgere servizi per Enti diversi dal proprio e al di fuori dei propri obblighi contrattuali;
- se si, se prima di effettuare questa nomina “di imperio” intende acquisire la disponibilità di questi Segretari;
- qual è la base giuridica che permette alla Provincia di obbligare i dipendenti di un Comune a lavorare per un altro Ente magari contro la propria volontà;
- se di questa operazione sono stati interessati i rappresentanti sindacali dei Segretari comunali.
A norma di regolamento si chiede risposta scritta.
cons. Alessio Manica