Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 263/XVII Realizzazione di edifici e strutture sportive, ricreative e di socialità nell’ area “ex S. Vincenzo” a Trento

Interrogazione n. 263/XVII Realizzazione di edifici e strutture sportive, ricreative e di socialità nell’ area “ex S. Vincenzo” a Trento

Egr. Sig.

Claudio Soini

Presidente Consiglio provinciale

SEDE

La nuova Giunta provinciale pare abbia deciso di dare subito una impronta visibile alla propria politica, in coerenza con lo slogan elettorale, al “fare”. Non importa come, quando e con quali costi. Ciò che conta è “fare”.
Il governo dell’autonomia speciale ha quindi subito ripreso il lascito del passato più recente ed ha avviato progetti roboanti e mastodontici.
Dalla stampa si desume che nell’area “ex S. Vincenzo”, a sud di Trento, si è individuato il luogo di un futuro trionfo edilizio: sport, musica, tempo libero, ma anche negozi, uffici e centri di socialità. Uno stadio capace, pare, di contenere almeno dodicimila spettatori, in modo tale da consentire una comoda e larga collocazione dei circa mille tifosi di calcio che sono la costante media della frequentazione dello stadio di Trento; spazi per eventi e concerti anche di massa, come già sperimentato. E ancora. Allargamento dell’orizzonte edificatorio con un palazzetto dello sport per basket e volley nella zona di Piedicastello; uno “studentato” universitario sempre in quell’area; la nuova funivia del Bondone; le “barchesse” del compendio delle Albere ed altre iniziative minori, nella certezza che “tutti remano nella stessa direzione e il doppio polo sportivo piace” (“L’Adige” 31.12.2023 pag. 13).
In nome del “fare” insomma, siamo entrati nella frenesia da costruzione, dove tutte le istanze paiono trovare ascolto e tutti i progetti accoglienza, facendo però salva quella “Music Arena” che, al di là della pomposa denominazione, rimane comunque uno spazio vuoto e costato all’erario parecchi milioni di euro, per un utilizzo che, a parte il concerto di Vasco Rossi, è stato decisamente molto, molto contenuto sia qualitativamente come quantitativamente, come dimostrano gli esiti incerti degli eventi della scorsa estate.

Più volte il Presidente della Provincia ha rimarcato il suo punto di vista opposto ed antitetico alla cultura della programmazione di media e lunga gittata ed ancor più alla necessità di avere un progetto di ampio respiro temporale, quale indicatore della rotta sulla quale avviare il Trentino nei prossimi anni. Tutto legittimo e regolare, ma anche nulla di nuovo e soprattutto niente che ci dica come affrontare queste sfide straordinarie.
Va ricordato che da anni, nonostante qualche artificio ragionieristico e qualche residuo di ultime risorse statali, stiamo assistendo ad una progressiva contrazione dei bilanci provinciali.
Va da sé che, in questo quadro quindi, ipotizzare investimenti faraonici in un progetto complessivo e relativo solo ad alcune geografie urbane e ad alcune esigenze sociali, diventa forse più un esercizio accademico, che non la traduzione in pratica di un effettivo progetto politico sul domani. Da tempo siamo entrati infatti in un vortice di questioni, correlate anche agli scenari nazionali ed internazionali, ben più consistenti che si dilatano e paiono prive di soluzioni nell’immediato: dai problemi di sostegno a famiglie sempre più in difficoltà, alla spesa sanitaria che lievita senza produrre benefici concreti e diffusi; dall’urgenza di investimenti per lo sviluppo in relazione all’ormai incontestabile cambiamento climatico, alla necessità di far fronte ai problemi della redditività media dei nostri concittadini e via elencando.
Come noto, ogni progetto anche minimo necessita del reperimento e stanziamento di fondi adeguati a sostenerlo e realizzarlo e ciò comporta una programmazione politica non limitabile all’ “elenco della spesa quotidiana”, bensì fondata su quelle scelte politiche, anche impopolari, che la Giunta provinciale pare invece aborrire, rimanendo ancorata ad una gestione quasi giornaliera della spesa pubblica ed a quelle emergenze vere o
presunte, che comunque costituiscono sempre un alibi prezioso per evitare riflessioni ampie ed impegnative, almeno in termini di durata temporale.
Non crediamo si tratti però solo di compiacere il consenso spicciolo. Sembra infatti confermarsi, negli atteggiamenti iniziali di questa Legislatura, una concezione della maggioranza di governo rispetto alla “res publica”, tutta legata alla microdimensionalità dei problemi, anziché orientata a considerare cause e correlazioni dei fenomeni dentro un quadro più vasto e non disgiunto dagli accadimenti vicini e lontani del presente e del futuro.
Certo, in relazione ad esempio ai progetti sull’area “ex S. Vincenzo”, la Vice Presidente della Giunta provinciale sostiene che “servono dei passaggi, servirà una visione d’insieme”, lasciando intendere che qualcuno coltiva preoccupazioni rispetto a quest’affanno del “fare”, ma poi rassicura il pubblico dichiarando che “la strada è quella giusta”.
L’impressione è, ancora una volta, quella dell’ennesima “sparata”, priva di un reale piano di fattibilità e di finanziamenti alle spalle, ma anche carente delle imprescindibili valutazioni urbanistiche e geologiche che un simile percorso, soprattutto su quella specifica area, comporta.
D’altronde, se i lavori di adeguamento di terreni a vocazione agricola per trasformarli in un’area per grandi eventi di massa con opere relativamente minime hanno comportato un costo approssimativo (per difetto certamente) di circa otto milioni di euro, quanto graverà sulle casse pubbliche un progetto per il nuovo stadio, con relative strutture di servizio (parcheggi, garages ecc.) e per il mantenimento, contemporaneamente, dello spazio per
concerti ed eventi?
In attesa di conoscere eventuali orientamenti della Corte dei Conti anche sulla segnalazione afferente le spese di realizzazione dell’area per i grandi concerti, diventa importante capire, sia in termini politici come tecnici, quali sono allo stato attuale, se ci sono, le decisioni della Provincia. Ciò al di là del mantenimento della destinazione dell’area “ex S. Vincenzo” come spazio per eventi, non foss’ altro per evitare di dover certificare che l’ingente spesa effettuata per l’adattamento e la messa in sicurezza di quel lotto, era finalizzata solo ad un unico appuntamento musicale.
Viene quindi naturale chiedersi, avendo ben presente l’euforia nel lancio della Music Arena, se quello apparso sulla stampa è veramente l’annuncio di un disegno edilizio legato allo sport, oppure è solo un obiettivo propagandistico ed un modo per ottenere una “paginata” sui giornali?
Non sfugge infine che nel frattempo siamo già in primavera e nulla si sa sulla programmazione estiva di quell’area da 26 ettari, e dato l’anticipo con cui qualsiasi imprenditore del settore pianifica normalmente eventi adatti a quella taglia, il pensiero di un riempitivo dell’ultima ora stile estate 2023 torna immediato ed in maniera preoccupante.
Riempitivo che pare peraltro non sia ancora giunto ad una rendicontazione definitiva e chiusura contabile da parte del Centro Santa Chiara, con buona pace del contributo per l'alluvione del 2023 in Emilia Romagna, che forse meritava tempi più celeri.
Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere
- se esiste oggi almeno una decisione ufficiale – o anche solo ufficiosa – e poggiata su dati concreti, per la realizzazione delle strutture sopra accennate nell’ area “ex S. Vincenzo” e quale eventuale grado di interlocuzione è in atto con il Comune di Trento in proposito;
- in caso di risposta affermativa al precedente quesito, quali eventuali previsioni di spesa, anche per sommi capi, sono state svolte;
- quali dinamiche verranno eventualmente avviate per consentire una programmazione efficiente della spesa pubblica complessiva per tutte queste opere, ovvero con quali accantonamenti di risorse sui prossimi bilanci provinciali e con quali “tagli” ad altri centri di costo e ad altre iniziative;
- nello specifico – ed in attesa di vedere l’evoluzione degli scenari urbanistici ed edilizi qui accennati – quale programmazione si è prevista per quell’area, in vista della prossima stagione estiva e con quale grado di coinvolgimento del Centro Servizi culturali “S. Chiara” o di un altro soggetto, nella progettazione e nella gestione degli stessi, nonché a fronte di quali costi gravanti sul bilancio provinciale, ivi compresi i trasferimenti di risorse ad
eventuali collaborazioni;
- se corrisponde al vero che gli eventi dell’estate 2023 non hanno ancora visto una rendicontazione finale e conseguente chiusura contabile;
- se ciò corrisponde al vero quali sono le ragioni;
- quanto verrà trasferito di contributo all'Emilia Romagna per l'alluvione, in quali tempi e modi.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Alessio Manica
Lucia Maestri