Alessio ManicaAttività Politica Interrogazione n. 280/XVII Conseguenze derivanti dall’annullamento delle previsioni relative agli impianti minimi di chiusura del ciclo dei rifiuti nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti

Interrogazione n. 280/XVII Conseguenze derivanti dall’annullamento delle previsioni relative agli impianti minimi di chiusura del ciclo dei rifiuti nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti

Egregio Signor
Claudio Soini
Presidente del Consiglio provinciale

Con la deliberazione n. 447 del 5 aprile 2024 la Giunta provinciale è intervenuta sul Quinto aggiornamento del Piano provinciale di gestione dei rifiuti annullandone le previsioni relative agli impianti “minimi” di chiusura del ciclo richiuse nel paragrafo 5.4 del Capitolo 5.
con la stessa deliberazione si rinvia a successivi provvedimenti i futuri sviluppi organizzativi del ciclo dei rifiuti urbani in conformità alla nuove indicazioni emanate dalla Autorità statili competenti.
Lo stralcio è stato adottato a seguito di pronunciamenti del Consiglio di stato che hanno portato all’annullamento di una deliberazione dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) nella parte relativa agli impianti minimi di chiusura del ciclo dei rifiuti urbani. Nelle motivazione del provvedimento giuntale si specifica che con l'annullamento della deliberazione di ARERA “deve ritenersi venuta meno la base giuridica per l’individuazione di taluni “impianti minimi” all’interno del quinto aggiornamento del piano provinciale di gestione dei rifiuti, con conseguente perdita di efficacia delle stesse scelte pianificatorie”.
Il paragrafo annullato del Piano provinciale, il paragrafo 5.4 del Capitolo 5, titolato Impiantistica provinciale, riporta le valutazioni effettuate sui singoli siti di raccolta, stoccaggio e trattamento dei rifiuti urbani alla luce dei criteri lacalizzativi definiti dal Piano medesimo. Stiamo parlando del CRZ di Arco, di quello di Storo, del centro integrato di Rovereto e di quello di Trento, del CRZ di Fai della Paganella, di quello Madruzzo, di Aldeno, di quello di Altavalle e di Molina di Ledro nonché del centro integrato Val di Non.
Viene annullata anche la parte relativa ai nuovi impianti di chiusura del ciclo, i cosiddetti “impianti minimi”, ovvero la discarica di Imer e la discarica di Dimaro-Folgarida, l’impianto di digestione anaerobica-compostaggio di Cadino, il nuovo impianto di digestione anaerobica ancora non individuato che dovrebbe interessare prioritariamente il territorio della Vallagarina, l’impianto di trattamento meccanico-biologico sito nel comune di Rovereto, il futuro catino nord della discarica di Ischia Podetti e l’eventuale futuro impianto di recupero energetico provinciale.
Parrebbe quindi che tutta la futura impiantistica provinciale sia annullata.
In realtà l’efficacia di tutta la parte del Piano provinciale di gestione dei rifiuti annullata con la deliberazione 447 del 5 aprile era già stata sospesa con la deliberazione 439 del 17 marzo dello scorso anno con gli stessi argomenti che ora hanno portato all’annullamento “fino ad future nuove indicazioni o chiarimenti da parte delle Autorità statali competenti”.
Il problema relativo agli “impianti minimi” di chiusura del ciclo era quindi già noto e presente all’amministrazione provinciale da almeno un anno.
Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere
1. quali conseguenze concrete comporta l’annullamento del paragrafo 5.4 del Capitolo 5 titolato Impiantistica provinciale dell’attuale Piano provinciale di gestione dei rifiuti;
2. considerando che un aggiornamento del Piano in sostituzione della parte annullata richiederà lo stesso procedimento previsto dall’articolo 65 del Testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinanti per l’adozione del Piano, cioè 45 giorni per il parere dei comuni e 30 giorni per raccogliere le osservazioni dei cittadini, quando presumibilmente la Provincia potrà adottare un Piano definitivo e completo anche della parte relativa agli “impianti minimi” di chiusura del ciclo;
3. cosa è stato fatto concretamente dall'amministrazione provinciale in questo anno trascorso dalla sospensione dall'efficacia del paragrafo del Piano relativo agli “impianti minimi” di chiusura del ciclo per limitare l’impatto del suo definitivo annullamento.
A norma di regolamento chiedo risposta scritta.
Alessio Manica
Michela Calzà