Dolomiti Energia deve rimanere legata al territorio
di Alessio Manica
L'annuncio di Benassi, per conto della Finanziaria Trentina, di voler cedere una quota di Dolomiti Energia posseduta dai privati poteva essere trattato come una normale operazione economica. La possibilità che ad acquisirla siano soggetti esterni al mondo economico trentino, per quanto affidabili, non può lasciare indifferenti e nella speranza che gli attuali soci rimangano in Dolomiti Energia. Ci vuole una reazione politica più decisa che ridia senso alla decisione a suo tempo presa di permettere la presenza delle imprese trentine nel capitale societario di Dolomiti Energia. Non era infatti scontata la presenza di capitali privati quando si è costituita la società per il controllo delle concessioni idroelettriche e per gli altri asset.
La decisione della giunta Dellai vent'anni fa era motivata dalla volontà di aprire alla partecipazione privata, per rafforzare la capacità industriale della società che si stava costituendo e per renderla più forte rispetto alle grandi realtà come Enel e Edison che controllavano il settore. Si poteva infatti costituire una società interamente pubblica, non era obbligata la presenza dei privati, ma frutto semmai di una decisione politica.
In questi vent'anni le imprese chiamate a far parte della società hanno visto una costante rivalutazione dell'investimento fatto e generosi dividendi che lo stesso Benassi riconosce. A prescindere dal fatto che non si comprende come si voglia cedere una partecipazione così remunerativa solo per ragioni di diversificazione degli investimenti, ci deve essere un ragionamento di responsabilità verso il nostro territorio.
Perchè è stato concesso un beneficio economico motivato dalla opportunità di fare sistema nel campo strategico della energia e quindi ci si aspetterebbe una maggiore responsabilità, non che la presenza in Dolomiti Energia venga trattata come uno tra i tanti investimenti. Non si dovrebbe cedere a cuor leggero ciò che è stato riconosciuto per volontà politica.
Ci deve essere una maggiore responsabilità e il senso di far parte di una comunità territoriale. Bene quindi la notizia che si sta lavorando all’introduzione di una clausola di prelazione e confido che l’intervento politico della giunta provinciale, oltre che teso a scongiurare il passaggio delle quote all'ennesimo fondo di investimento sia volto anche ad assicurare ed incrementare il controllo pubblico della società che sappiamo strategica per il futuro del nostro territorio