Corridoio del Brennero, serve un progetto per tutto il Trentino
Trento, 14/01/2022
di Alessio Manica – Consigliere provinciale, Gruppo PD del Trentino
C’è una grande assenza nel dibattito sul progetto della circonvallazione ferroviaria della città di Trento ed è un’idea progettuale complessiva per l’intera tratta trentina, dal confine col Veneto a quello con il Südtirol. La città sta dibattendo sui pro e i contro del progetto di bypass, sui disagi, sui possibili correttivi, sulle opere di compensazione, sulle relazioni dell’opera con il disegno urbano della città e con gli altri progetti di mobilità del capoluogo, sulla bonifica delle aree inquinate a nord, sull’interramento della linea in città e la creazione di nuovi corridoi verdi e spazi pubblici, un dibattito difficile perché svolto nei tempi compressi imposti dal PNRR, ma sicuramente importante e potenzialmente generatore di nuove idee e relazioni per la città. Trento, grazie all’impegno delle Giunte comunali e provinciali che si sono susseguite, ha potuto scegliere nel tempo la soluzione e il tracciato per il superamento della città, in relazione ad una serie di ragionamenti sul suo sviluppo futuro e pur in assenza di elementi di dettaglio che solo ora si stanno delineando. Così la Provincia aveva iniziato a fare all’inizio degli anni duemila anche in relazione alle altre tratte. Il dibattito sul corridoio ferroviario del Brennero è però rimasto confinato, volutamente schivato o rimandato, con gli amministratori e le comunità locali raramente coinvolti. Negli anni non si è riusciti ad approfondire e definire l'opzione progettuale in sinistra Adige - immaginata nel 2003 e sottoposta a valutazione di impatto ambientale nel 2009 – lungo tutto il suo sviluppo trentino. Ad oggi non si sa come si collegherà Salorno con Trento, Mattarello con Rovereto, come si supererà la “città della quercia” e come si arriverà al confine con il Veneto. Si è proseguiti quindi con la progettazione della sola circonvallazione di Trento, come se fosse possibile – come ha detto recentemente qualcuno – progettare e costruire i piani centrali di un edificio senza sapere come saranno fatte le fondamenta ed il tetto. Il PNRR ha infine accelerato il processo, accorciando drasticamente l’orizzonte temporale ma soprattutto evidenziando i problemi legati alla mancanza di una progettazione complessiva, posto che comunque le scelte che saranno fatte su Trento condizioneranno direttamente anche le scelte che si dovranno fare a nord e sud della città capoluogo. Se a Trento si ragiona già sulla cantierizzazione, altrove si è insomma ancora fermi ad una riga su mappa. Il protocollo firmato nel 2018 con RFI per la progettazione del superamento di Trento aveva e ha senso soltanto all’interno di un quadro complessivo chiaro e certo. Non ci sono più scuse: quello che non è stato fatto finora deve essere fatto velocemente adesso. Bene che si proceda rapidamente con il bypass di Trento, perché l’occasione fornita dal PNRR non può essere sprecata; ma va al contempo accelerata la progettazione delle altre tratte, coinvolgendo da subito gli amministratori e le comunità locali interessate. Le interconnessioni tra i vari tratti sono troppe per pensare di procedere per stralci autonomi. A titolo di esempio, se a nord di Trento si pensa di realizzare un percorso in galleria è necessario realizzare fin da subito la galleria di Trento in modo che un domani la galleria a nord possa connettersi con quella di bypass. Tutti i cittadini hanno diritto di sapere come si realizzerà il quadruplicamento sul loro territorio, indipendentemente dall’orizzonte temporale. Anche perché l’esperienza insegna che l’orizzonte temporale può cambiare, anche drasticamente, da un momento all’altro ed è indispensabile farsi trovare pronti. Bene che negli ultimi giorni si sia ricominciato a parlare del tratto a nord di Trento, così come del bypass di Rovereto, ma non è sufficiente, e lo si è ben capito nel corso della Conferenza di informazione organizzata dal Consiglio provinciale su richiesta dei Gruppi di minoranza. Cosa succederà in alta e bassa Vallagarina? Come si immagina l’uscita a Lavis? Questo è il momento per riprendere il dialogo con RFI, per coinvolgere amministratori locali e cittadini, per approfondire la progettazione di tutte le tratte e infine per siglare un accordo quadro con RFI e con lo Stato che metta nero su bianco il percorso che si seguirà e le opere di compensazione di cui beneficeranno i territori. Solo così quando si troveranno le risorse – e prima o poi si troveranno - saremo pronti per utilizzarle. Non c’è tempo da perdere, la Provincia deve giocare appieno sul ruolo, e deve farlo ora. Per questo torno a chiedere alla Giunta un impegno concreto, insieme a RFI, per fornire al Trentino una proposta complessiva, e prego gli amministratori locali di pretenderla così come di pretendere una pronta convocazione dell’Osservatorio per il Corridoio del Brennero, che nonostante tutte queste novità non si riunisce da oltre due anni. I tempi stretti e la disponibilità delle risorse per il solo bypass di Trento non possono essere una scusa per rinviare la progettazione delle altre tratte a data da destinarsi.