Alessio ManicaTemi Istituzioni Cinque anni persi, una struttura vecchia e una valle in frantumi

Cinque anni persi, una struttura vecchia e una valle in frantumi

Trento 30/05/2023

Testo pubblicato sul quotidiano Il T, di Alessio Manica

Signori giù il cappello, il capolavoro (in negativo, si intende) è compiuto. Ho fatto questo pensiero nel vedere la cronaca di un incontro del Presidente Fugatti con solo una parte dei Sindaci della Valle di Fiemme, tanto da portare la stampa ad evidenziare il carattere oppositivo dell'iniziativa rispetto al Sindaco di Cavalese. Dopo quattro anni di discussioni innescate dalle scelte della Giunta Fugatti attorno alla questione del nuovo ospedale a Masi, questa notizia mi è parsa un certificato evidente di cosa abbia prodotto quella iniziativa. A questa notizia va aggiunto anche che nelle scorse settimane, mentre il Trentino era investito dal dramma di Caldes, passavano quasi completamente inosservate le notizie delle decisioni dei sindaci e della comunità della valle di Fiemme che certificavano l’addio al progetto dell’ospedale in finanza di progetto a Masi di Cavalese.

Così le forzature, l’opacità, il capovolgimento di qualsiasi regola di governo del territorio con la rinuncia del pubblico a favore dell’iniziativa privata, gli scontri con le amministrazioni e con i Sindaci lasciano sul campo un unico risultato: l’ennesimo nulla di fatto. A Cavalese c’è ancora il vecchio ospedale, sempre quello, perché la Giunta Fugatti ha di fatto buttato via la possibilità, creata dalle Giunte precedenti, di ampliare e ricostruire la struttura esistente. E questo per i cittadini significa solo una cosa: che non hanno quel servizio di maggiore qualità che poteva garantire la struttura rinnovata.

Non si può non ricordare infatti che quando si è insediata la Giunta Fugatti c’era un progetto pronto e finanziato, che bastava semplicemente appaltare, ed oggi saremo probabilmente qui a contare i giorni che mancavano alla sua inaugurazione. E invece no, si è colpevolmente sostenuto un progetto fuori da qualsiasi pianificazione urbanistica e programmazione sanitaria, che non originava da una volontà della comunità locale bensì da quella di alcuni soggetti privati, evidentemente condivisa dalla Giunta Provinciale. Colpevolmente, perché oltre agli anni persi ora va messo sul piatto anche che lo stesso ospedale che si poteva avviare cinque anni fa rischia di costare alle casse pubbliche molto di più perché nel frattempo i costi delle costruzioni sono esplosi e le risorse previste allora non basteranno più.

Di chi è però la responsabilità di questo? Di aver perso cinque anni e di aver causato alla comunità trentina intera, non solo a quella di Fiemme, il danno di dover spendere svariati milioni di euro in più? Evidentemente di chi ha impedito l'appalto del progetto originario e ha portato avanti la proposta privata su Masi di Cavalese. La colpa non è dei privati, che hanno fatto il loro lavoro, ma solo ed esclusivamente di Fugatti, della sua Giunta, e della sua maggioranza.

C’è infine un altro danno che non si può far finta di non vedere, che è un veleno che si è diffuso e si misura nelle tensioni tra le amministrazioni locali, tra i territori, tra gli stessi cittadini, e che originano dall’opacità del percorso attorno al project financing e dalle molte ambiguità della Giunta provinciale. Sicuramente i cittadini hanno capito cos’era realmente il percorso pubblico di presentazione del progetto voluto dalla Giunta: un tardivo ed ipocrita tentativo di costruire consenso attorno alla strada che si era cercato di forzare in ogni modo. Peraltro facilmente smascherato dagli stessi partecipanti che hanno capito che quelle serate non avrebbero visto nessuna reale possibilità decisionale, perché la Giunta aveva già assunto la delibera con cui riconosceva la pubblica utilità della proposta privata.

La vicenda dell'ospedale di Cavalese è paradigmatica del modo di operare della Giunta leghista: senza idee, senza programmi, incline ad assecondare sempre questo o quel interesse, con percorsi poco trasparenti e falsamente condivisi con i territori e con le comunità locali. Ancora una volta si è scelto di dividere, di creare fazioni, per alimentare una campagna elettorale permanente che in cinque anni non ha prodotto nulla di buono per il Trentino. Alla fine per uscire dall’angolo la Giunta Fugatti, dopo aver preso in giro e scontentato tutti – compreso, ne sono certo, anche i proponenti del project financing - ha scelto un ponziopilatesco "scelgano i territori", a suggellare ancora una volta la totale mancanza di considerazione di questa Giunta verso gli enti e le comunità locali. Per fortuna i territori si sono espressi, per tramite di chi li amministra, bocciando l’ennesimo progetto di cui nessuno sentiva il bisogno.