Alessio ManicaTemi Acqua Acqua ed energia: servono strategie serie, non sparate elettorali

Acqua ed energia: servono strategie serie, non sparate elettorali

Si continua a navigare a vista. La Giunta provinciale, nel “pacchetto” di iniziative a scopo elettorale - comprensivo tra l’altro dell’altisonante studio sul presunto indotto economico del concerto di Vasco e dei 180 euro erga omnes per le utenze elettriche da erogarsi nel 2023 - ha ben pensato di approvare anche un disegno di legge per prorogare di 4 anni e 4 mesi le grandi concessioni idroelettriche in scadenza a fine 2024, a fronte di investimenti da parte degli attuali gestori e di un incremento dei sovracanoni.

Lo ha fatto lasciando intendere, e talvolta anche affermando, che questa iniziativa d'urgenza serve a calmierare il caro bollette. A noi Consiglieri giunge sinceramente difficile capirne il come, visto che tra tempi legislativi e tempi per gli investimenti è difficile immaginare la disponibilità a breve di nuove risorse per affrontare problemi che le famiglie vivono ora. Ma il problema vero sta nel merito di questa iniziativa.

Due anni fa nell'iter di approvazione sia della norma per le grandi che per le piccole concessioni di derivazione, abbiamo cercato in tutti i modi di far capire alla Giunta l'urgenza di abbandonare l'idea delle gare sul mercato per cercare modalità di affidamento e gestione che avessero al primo posto il saldo controllo da parte della Provincia e della comunità trentina del bene acqua. Abbiamo ricordato già allora il rischio altissimo insito nelle gare di escludere i nostri operatori e di dare il “nostro oro” in mano ad operatori stranieri. Non eravamo gli unici ad essere allarmati, lo erano anche la gran parte degli amministratori locali. Ci fu risposto che le gare erano ineludibili e che avrebbero massimizzato le entrate per la Provincia attraverso i canoni. E così la Giunta Fugatti ha deciso di tirare dritto e far diventare il Trentino l’unico territorio in Italia ad aver legiferato la messa a gara delle piccole concessioni, che oggi sono per buona parte in mano ai Comuni e che producono risorse per finanziare i servizi pubblici essenziali per i cittadini.

Certo ora abbiamo elementi aggiuntivi per abbandonare la strada delle gare, abbiamo tutti compreso la fragilità del sistema paese sul tema energetico, ma le ragioni erano più che sufficienti già due anni fa ed i dati di scenario erano noti a chi governa la materia. E allora va bene oggi cercare di ottenere una proroga? Forse si ma con alcuni elementi di chiarezza, anche verso i cittadini. Una proposta come quella avanzata dalla Giunta provinciale nelle scorse settimane è già naufragata a livello nazionale per la prevalenza delle norme europee e nazionali che impongono la messa in gara, quindi questo si configura come l’ennesimo tentativo temerario della Giunta di ingaggiare una battaglia “con il resto del mondo”, che rischia di risolversi nell’ennesimo abbozzo di prova muscolare e nell’ennesima disastrosa sconfitta, alla stregua di quanto successo negli ultimi quattro anni con la legge sulle aperture domenicali e con altre decine di norme provinciali.

In secondo luogo, 4 anni di proroga è un tirare a campare rispetto agli orizzonti decennali delle concessioni e degli investimenti in questo campo. Cosa stiamo facendo nel frattempo? Che fine ha fatto il gruppo di lavoro per l'approfondimento dell’ipotesi del partenariato pubblico-privato, opzione più faticosa ma meno rischiosa delle gare per gli affidamenti e che mira a capitalizzare le competenze ed il radicamento dei nostri operatori? Se la forzatura legislativa della Giunta andasse in porto – quasi impossibile per stessa ammissione del Presidente Fugatti - si scollinerebbe la legislatura, mentre se invece andasse male ci troveremo invece ancor più vicini alle scadenze senza una soluzione in mano che non sia quella della messa a gara delle concessioni sul mercato.

Il percorso di questi anni lascia la chiara sensazione di una navigazione a vista, ma l'acqua è sempre meno e le secche sempre maggiori. Saranno queste alcune delle riflessioni che porterò nel dibattito in Commissione ed in Aula sul disegno di legge presentato dalla Giunta. Ogni vostra riflessione in merito è ovviamente bene accetta.